Falcone fango? Frequentazioni mafiose? Estorsione? Non sei degno di rappresentare nessuna squadra italiana. Le parole di Fabrizio Miccoli intercettato mentre dà del “fango” al giudice Giovanni Falcone lo pongono nella condizione di colpevole prima ancora di qualsiasi processo. Colpevole di calpestare la storia e la dignità del proprio Paese.

Il calcio ed i grandi calciatori dovrebbero essere esempi positivi per i ragazzini che guardano agli sportivi come a degli eroi ed invece, oltre a calciopoli, ci ritroviamo con società sportive, grandi o piccole che siano, che non sono altro che “lavatrici di soldi sporchi, mezzi per mantenere il controllo del territorio e alimentare il voto di scambio”.

Senza troppi moralismi, ma è ora che anche la Figc si doti di un codice etico che se trasgredito porti a sanzioni nette. Ed infangare la memoria di un giudice morto per il proprio Paese in auto con il figlio di un mafioso è qualcosa che non solo non si può tollerare, ma non si deve permettere. Figuriamoci se il tutto è annesso ad un’accusa di estorsione.

Lo sappiamo tutti, il calcio in Italia è qualcosa di sacro, intoccabile, capace di smuovere e far muovere le masse: una funzione oggi anche politica (non è un caso un Silvio Berlusconi presidente di un partito e di una squadra di calcio). Bene, allora dagli appartenenti a questo mondo si deve pretendere la stessa limpidità, anche di pensiero, che si richiede per i politici.

È ora che l’antimafia entri anche nel mondo calcio. Senza incertezze, senza indugi, o di qua o di là. E se appena appena dimostri di essere dall’altra parte non c’è giudizio di sorta da aspettare, sei fuori dal nostro mondo: sospeso se non, nei casi più gravi, espulso.

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