La carta regionale dei servizi di Lombardia informatica in regione Lombardia andrà in vacanza dal primo settembre prossimo con una spesa “inutile” di 1,5 miliardi di euro in 10 anni. Infatti la carta non è mai entrata veramente come tessera elettronica della salute dei cittadini ma i soldi per gestirla sono stati comunque spesi. A cominciare dal costo dell’amministratore delegato uscente di Lombardia Informatica, Giovanni Catanzaro, “con un incarico di 200.000 euro già assicurato fino al 2016 come direttore centrale del coordiamento e del controllo” del funzionamento della nuova card nazionale che sostituirà una carta perdente.

Ma se abbiamo speso tutti quei soldi inutilmente siamo così sicuri che l’amministratore delegato della società che ha lanciato, e mai fatto funzionare, la carta regionale, sia in grado di coordinare e controllare la nuova carta nazionale? Non si poteva provare a dare l’incarico a qualcun altro? Formigoni, che è passato da Milano a Roma, avrà avuto qualche influenza nella “stessa scelta”? Ma poniamo che non potessimo trovare di meglio, ad esempio qualche giovane informatico disoccupato non appoggiato, e partendo dal presupposto che si utilizzerà come base di partenza, visto che non è mai partita, la struttura della carta regionale lombarda a cosa servono gli altri 15 milioni di euro preventivati?

Dico da tempo che il fascicolo elettronico personale, come storia della salute, dovrebbe, per essere meglio controllato, coordinato e gestito, essere allontanato da gestioni inutili e dispendiose con amministratori delegati che diventano, per continuità, direttori centrali del coordinamento e del controllo. Quasi una promozione per non aver fatto nulla. A parte spendere i soldi dei cittadini.

Ma chi, più del paziente, può coordinare e controllare meglio la sua storia della salute? Applichiamo History Health per controllare il sistema sanitario, per alleggerire il lavoro del medico di base e di conseguenza i codici bianchi e verdi dei pronto soccorso. Per ridurre l’elusione fiscale e per la portabilità. Vogliamo essere malati, se ci capita, dignitosamente e gestirci la nostra storia della salute senza intermediari.

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