Il diritto di disporre del proprio corpo e di realizzare la propria sessualità nel modo che si preferisce costituisce un’acquisizione relativamente recente degli ordinamenti giuridici. Anche se sempre disposti a perdonare il libertinaggio dei ricchi, i sistemi giuridici e le mentalità tradizionali hanno infatti sempre bollato con il marchio dell’infamia l’omosessualità e altri comportamenti sessuali ritenuti devianti, come dimostrano le storie di vergognosa persecuzione personale di grandi artisti e intellettuali che si sono registrate fino a tempi a noi vicini. 

E’ noto come il regime nazista perpetrò un vero e proprio massacro di omosessuali che, checché ne dica l’obbrobrioso Giovanardi, raggiunse le dimensioni di un vero e proprio olocausto. Molti Stati, specie africani e asiatici, reprimono ancora gli omosessuali. Ma è un fatto importante che il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite abbia approvato a maggioranza, con 85 voti a favore, da Cuba al Venezuela agli Stati Uniti, il 22 maggio 2011, una Dichiarazione per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Tra i firmatari anche l’Italia, Paese nel quale purtroppo però continuano a registrarsi atti di violenza e discriminazioni contro queste categorie di cittadini.

Bisogna riconoscere che in genere risulta purtroppo negativo il ruolo delle religioni, specie quelle a impianto monoteistico, che si rivelano potenti fattori di oscurantismo e repressione. Che si accompagna paradossalmente al dilagare, ad esempio nella Chiesa cattolica, delle violenze pedofile di cui si rendono protagonisti a volte coloro che ipocritamente condannano gli omosessuali e si rifiutano diritti elementari come quello di sposarsi. Per non parlare della lobby gay vaticana, composta a quanto pare da individui poco disposti all’outing. Pochi i preti illuminati, come il compianto Don Gallo, che ha esercitato la propria opera di apostolato comprendendo a fondo le ragioni dei LGBT.

La mancata comprensione dell’importanza dei diritti degli omosessuali ha costituito un grave difetto anche di taluni regimi socialisti. Molto importanti, pertanto, sono i progressi che si sono registrati al riguardo a Cuba negli ultimi decenni, sebbene gli anticubani, un po’ per ignoranza, un po’ per malafede, tendano a disconoscerli. Progressi importanti proprio perché l’analisi delle fallimentari, su questo come su altri piani, esperienze di altri paesi, come l’Unione sovietica, dimostra che il socialismo o sarà gay-friendly o non sarà.

E’ su di un piano generale, tuttavia, che va proseguita la battaglia per i diritti di LGBT. Fra i quali anche quelli di costruirsi una famiglia legittima mediante matrimonio e di allevare la prole. Nulla in contrario può desumersi dall’art. 29 della Costituzione italiana, che fa riferimento alla famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. A meno di non ritenere che i rapporti omosessuali, siano “contronatura”. Definizione espressione di un’ideologia ammuffita al giorno d’oggi minoritaria perfino in Italia… 

Tanto più che il citato art. 29 va letto in congiunto con il principio di eguaglianza formale e sostanziale di cui all’art. 3 della Costituzione, che proibisce ogni discriminazione fondata sulle condizioni personali e sociali, fra le quali certamente rientrano anche gli orientamenti e le preferenze sessuali.

Allargando alle persone di stesso sesso il diritto a contrarre matrimonio si contribuirebbe certamente a rivitalizzare l’istituto della famiglia, oggi in crisi per tanti motivi, fra cui l’attacco devastante ai redditi più bassi e ai servizi sociali.

Ma c’è un motivo ancora più di fondo per tutelare in modo efficace i diritti dei LGBT ed è costituito dalla protezione della libertà personale, che proprio nella sfera sessuale, così come in quella affettiva, deve raggiungere la sua maggiore intensità. Non è quindi casuale che i diritti dei gay e il matrimonio sessuale destino l’isterica e spesso violenta opposizione dei gruppi fascisti.

Il modo di porsi nei confronti di queste tematiche rivela quindi l’effettivo grado di adesione agli ideali di libertà. E qui cascano gli omofobi, spesso grandi promotori delle libertà di impresa, sfruttamento, evasione fiscale, organizzazione mafiosa, ecc. Omofobi ben insediati su entrambi i versanti dell’attuale governo di larghe intese e che, c’è da scommetterci, impediranno anche in questa fase all’Italia di disporre di un’adeguata legislazione a protezione dei sacrosanti diritti dei GLBT, che resta invece un obiettivo irrinunciabile di tutte le forze rivoluzionarie, progressiste e autenticamente democratiche. 

 

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