Sotto un cielo coperto di nuvole Roma saluta il Divo. Nella capitale alle 17  i funerali di Giulio Andreotti, che si è spento lunedì all’età di 94 anni. Nella Chiesa di San Giovanni de Fiorentini, a via dell’Oro, vicino la residenza del senatore a vita,  le esequie in forma privata. E’ una piazza affollata quella di fronte al sagrato della Chiesa, gremita di giornalisti, fotografi e quanti sono venuti a salutare una delle figure “più influenti della politica italiana”, ma anche una delle “più controverse”. E sono molto numerose anche le corone di fiori. Tra queste, anche quelle del presidente del Consiglio dei Ministri, del ministro dell’Interno e del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, oltre che il cuscino di rose bianche fatto comporre dalla moglie Livia. Giulio Andreotti verrà seppellito al cimitero di Roma Verano. 

Come lo stesso Andreotti aveva richiesto, non c’è stata nè camera ardente pubblica, nè funerali di Stato. I parenti, i colleghi e gli amici gli hanno reso omaggio stamattina. E a visitarlo sono stati, tra gli altri, anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, che lo ha definito ” un valido servitore delle istituzioni”.

L’ultimo viaggio del senatore è stato quello dalla sua abitazione alla Chiesa, dove il feretro, una bara di legno molto semplice, è stato portato a braccio. A celebrare la messa funebre, il parroco Don Luigi Veturi, grande amico della famiglia Andreotti.  Al suo ingresso la Chiesa si è levata in lungo applauso. Molte le alte cariche dello Stato presenti. A sedere  nelle prime file il presidente del senato Pietro Grasso, il sindaco Gianni Alemanno, Pier Ferdinando Casini, Ciriaco De Mita,  Arnaldo Forlani e, tra gli altri, la figlia di Alcide De Gasperi, Romana. Tra gli altri colleghi Franco Marini, Clemente Mastella, Lorenzo Cesa, Franco Carraro, Gianni Letta, Maurizio Lupi e Andrea Riccardi. Presente anche una rappresentanza giovanile dell’ As Roma, squadra di cui Andreotti era molto tifoso. C’era anche il monsignor Rino Fisichella, ma nessun vescovo. Fuori dalla chiesa, per circa 200 metri si è assiepata la folla dei romani per l’ultimo saluto.

Lo stesso lungo applauso che ha accolto la bara al suo ingresso in Chiesa è quello che saluta l’ultima sfilata del feretro. C’è anche qualcuno che grida “grande Giulio”, al passaggio della bara. All’uscita dalla Chiesa la commozione di chi è stato vicino a Giulio Andreotti è tanta. Nè Ciriaco De Mita, nè Marco Follini hanno voluto rilasciare dichiarazioni. “Passerà alla storia come uno dei grandi personaggi della Dc, poi la storia giudica tutto”, dice Franco Marino. “Un grande”, il commento di Gianni Alemanno. “Ha sempre difeso la democrazia anche nei momenti più difficili”, afferma l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. “Con un funerale più solenne forse non ci sarebbe stata tanta partecipazione cristiana”, ha detto Don Luigi Veturi, che ha celebrato il funerale. “Ricordo un uomo giusto”, ha concluso. “Basta, siamo a un funerale”, è tutto ciò che dice Pier Ferdinando Casini. “In tutti i momenti più delicati della mia vita lui è stato con me – è il ricordo di Paolo Cirino Pomicino, uno dei più stretti collaboratori di Giulio Andreotti- la sua colpa è quella di essere stato politicamente troppo longevo, ma meno che il Paese l’ha avuto”. Durante i funerali, per gestire la grande affluenza di persone verso la Chiesa, è stato chiuso al transito via Acciaioli. 

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