“Non voglio più soffrire, questa e’ una sofferenza fine a se stessa: solo io ho il diritto di decidere su me stessa”. E’ stanca e molto malata Piera Franchini. La sua è la storia di un viaggio: quello che l’ha portata fino in Svizzera, meta dove è riuscita a realizzare la scelta di praticare l’eutanasia. Il video è duro e toccante. Piera racconta le fasi della sua malattia: “Sono morta il 13 aprile, quando il chirurgo mi ha detto per la prima volta che non c’era nulla da fare”. E così la scelta di partire verso un Paese dove è riconosciuta la possibilità della dolce morte.

“A.A.A MALATI TERMINALI CERCASI” – “Piera ci ha contattato in risposta al nostro spot  ‘A.A.A. malati terminali cercasi‘, racconta Marco Cappato,  esponente del partito radicale e membro dell’Associazione Luca Coscioni. “Era devastata da una malattia al fegato – spiega Cappato – le immagini del video sono del 27 ottobre 2012. Il giorno dopo l’ho accompagnata in Svizzera, in un paesino vicino Zurigo. Lei ha dato la sua disponibilità per lo spot e il giorno dopo eravamo in clinica per la prima visita. Ce ne è stata una seconda ed è stato dato l’ok. Ma Piera, da poco operata di trachea, ha chiesto di non ingerire il liquido previsto dalla clinica e ha preferito un’endovena. Dopo un consulto di qualche ora, si é deciso di dare un nuovo appuntamento a Piera, che é tornata in Svizzera autonomamente a novembre per ricevere l’eutanasia”. Cappato ricorda “le polemiche nate in seguito allo spot ‘AAA malati terminali cercasi”, con cui l’associazione chiedeva ad alcune persone in stato terminale di diventare testimonial di una campagna a favore dell’approvazione di una norma ma oggi secondo lui “ancora di più emerge la necessità di una proposta di legge per la liceità dell’eutanasia. Con questa proposta – conclude – vogliamo andare in Parlamento“.   

LA LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE – Proprio per questo è stata presentata una raccolta di firme per arrivare alla presentazione di una legge di iniziativa popolare in Parlamento. Il fine è quello di legalizzare l’eutanasia in Italia. La campagna “Eutanasia legale” è partita dall’Associazione Luca Coscioni. “Diciamo ‘no all’esilio dell’eutanasia – insiste Marco Cappato – per questo chiediamo una raccolta di firme, sarà un’iniziativa popolare come per aborto o divorzio”. Tra i firmatari, finora, tanti volti noti. Tra questi ci sono Marco Pannella, Umberto Veronesi, Marco Bellocchio, Ricky Tognazzi, Alessandro Cecchi Paone, Antonella Elia, Furio Colombo, Vittorio Feltri, Silvio Garattini, Mario Morcellini. “I pazienti cercano di riprendersi i loro diritti – precisa Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni – che vuol dire ricevere o rifiutare una determinata cura. In Italia, invece, c’è una sottrazione dei diritti fondamentali della persona. Basta con l’espatrio all’estero per queste ragioni, la nostra – conclude – è una campagna politica“. 

I DATI – Sono una trentina in tutto gli italiani andati in Svizzera per non fare più ritorno. Connazionali “che muoiono in esilio”, così li definisce Emilio Coveri, presidente di Exit Italia, Associazione per il diritto a una morte dignitosa. Nell’ultimo anno sono stati 2-3 al mese, ma si tratta “di un numero in aumento, soprattutto a seguito delle discussioni che sono maturate in Italia sulla legge che riguarda il testamento biologico”. E Carlo Troilo, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, aggiunge: “Sono 80-90 mila i malati terminali che muoiono ogni anno, soprattutto di cancro: il 62 per cento muore grazie all’aiuto dei medici con un’eutanasia clandestina. I dati, forniti dall’Istituto Mario Negri, sono stati confermati da Ignazio Marino”. Per Capponi, anche i cattolici sono d’accordo alla dolce morte. “Nel Nordest, il 70% degli elettori della Lega e il 71% dei cattolici sarebbe a favore dell’eutanasia. Questi dati – riflette – ci fanno capire che c’è un problema dei dirigenti politici e della loro rappresentatività rispetto ai propri elettori. Le Istituzioni sono scollegate dal resto del Paese – termina – basterebbe lasciare i singoli parlamentari liberi di scegliere”.

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