Come nella Francia di Robespierre, alla fine anche la rivoluzione siciliana di Rosario Crocetta ha decapitato i rivoluzionari della prima ora. E il governatore ha dovuto eliminare i suoi assessori più noti e affezionati, i volti della sua giunta di star che doveva cambiare la Sicilia. Via il cantautore Franco Battiato dal vertice dell’assessorato al Turismo e via anche il fisico Antonino Zichichi dalla guida dell’assessorato ai Beni Culturali. “Ho sofferto tanto, è stata una decisione dolorosa, ma alla fine non ho potuto fare a meno di prenderla – ha detto il governatore Crocetta al fattoquotidiano.it – Come un padre adorante alla fine ho dovuto sacrificare la figlia per garantire il successo al mio popolo” ha detto Crocetta, che per spiegare la sua scelta ha citato il mito greco di Ifigenia, figlia di Agamennone sacrificata come buon auspicio dagli Achei in partenza per la guerra di Troia.

Una citazione casuale, dato che è stata proprio quella parola, troia, a pesare sul futuro di Battiato alla guida dell’assessorato al Turismo. Ieri il cantautore catanese intervenendo al Parlamento Europeo aveva infatti fatto cenno a “troie” nel Parlamento Italiano, meritando una pesante replica dalla presidente della Camera Laura Boldrini. “Franco è un amico, è come se avessi perso un pezzo di me. Ma lui non parlava da artista e basta, da uno che deve ricorrere all’iperbole. Lui a Bruxelles stava parlando da assessore, e io devo tutelare la mia Regione. È stato un bravissimo assessore, da sogno, ma quella parola è troppo pesante. Proprio in questi giorni poi, un contro senso”. 

Lunedì scorso infatti la commissione affari istituzionali della Assemblea regionale siciliana ha approvato il nuovo disegno di legge per introdurre la doppia preferenza di genere anche in Sicilia. Un provvedimento molto desiderato da Crocetta, che ha prorogato di quindici giorni la data delle prossime elezioni amministrative per fare in modo di andare al voto con la nuova legge. “Tutta la notte non ci ho dormito, poi ho preso la mia decisione e ho chiamato Franco: era tranquillo, non era un problema” racconta sempre Crocetta che però ha deciso di chiudere a sorpresa, anche la carriera politica di Antonino Zichichi. “Il problema è che Zichichi non c’era – spiega Crocetta – nel senso che ha fornito delle splendide idee, ottime idee, ma un assessore deve avere a che fare anche con atti e burocrazia. Non posso tollerare che l’assessorato sia in mano alla burocrazia regionale”.

L’assenza di Zichichi, che ha mantenuto la residenza a Ginevra, era stata bacchettata anche dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Ma il fisico e Crocetta erano entrati in rotta di collisione anche in altri casi. Come per esempio le posizioni totalmente antitetiche su questioni cruciali. Zichichi si era espresso pubblicamente a favore del nucleare e aveva negato la pericolosità del Muos, la centrale radar che gli Stati Uniti stanno allestendo a Niscemi. Un nodo gravoso per Crocetta, incalzato dai parlamentari del Movimento Cinque Stelle che stanno dando battaglia sulla questione. “Rispetto l’autonomia dello scienziato – dice Crocetta – ma lui parlava da assessore della mia giunta. Fare a meno di Zichichi è stato doloroso, sono scosso ancora ora, ma io non potevo intervenire ogni giorno per spiegare e sottolineare che erano posizioni personali di Zichichi, che il mio governo è contro il nucleare e che non vogliamo il Muos. A noi che amiamo la giustizia non fu concesso di essere buoni”. E alla fine le teste di Zichichi e di Battiato dovettero rotolare via.

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