Alle 19 del campale 25 febbraio 2013 l’unico verdetto che si profila è l’ultima e definitiva sconfitta della sinistra. Il Partito democratico dovrebbe prendere, insieme ad una Sel ridotta al nulla o poco più, il premio di maggioranza alla Camera. Ma al Senato è già impossibile qualsiasi ipotesi di maggioranza. L’esperimento di Rivoluzione civile – che dietro a Ingroia schierava gli ormai impolverati partiti di Ferrero (Rifondazione) e Diliberto (Comunisti italiani) oltre a Di Pietro – è miseramente fallito trascinando nel baratro anche la fu Idv. Quello del Movimento 5 Stelle è uno straordinario successo, ma difficilmente collocabile nel campo della sinistra, per stessa intenzione di Beppe Grillo, che pure ha imbarcato al suo interno protagonisti di lotte ambientaliste e di sistema che fino a qualche anno fa portavano i vessilli dell’estrema sinistra bertinottiana.

Il Paese rimane, come sempre, in maggioranza ancorato a destra. L’insuccesso del Pd bersaniano a trazione socialdemocratica produrrà, quasi sicuramente, la legittima rivalsa di Matteo Renzi, che si prenderà il partito nel giro di qualche mese, se non subito, portandolo però sulle posizioni di Pietro Ichino (ora con Monti), molto oltre la terza via blairiana. Il che potrebbe anche significare avere un Partito democratico vincente per davvero un giorno, ma con la sinistra ridotta a timida e impaurita comparsa ad andar bene. 

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