Insomma una pesante revisione complessiva su contrati in essere o in scadenza che Pietro Tali, nei confronti del quale la procura di Milano ha emesso un’avviso di garanzia per i fatti algerini (non ci sarebbero però al momento altri atti importanti da parte del procuratore Fabio De Pasquale, che segue il procedimento con Sergio Maria Spadaro), non aveva mai comunicato al mercato in passato. Investitori che si sono ritrovati totalmente spiazzati questa mattina.
Proprio tutti? No, perché l’altro ieri – a 24 ore dal ribasso di stime – si è avuta notizia che a Londra la banca americana Bank of America Merrill Lynch (BofA) aveva piazzato sul mercato 9,97 milioni di titoli della società a un prezzo medio di 30,65 euro, per un controvalore di 315 milioni di euro circa. Si era sparsa la voce, rilanciata anche da Il Sole 24 Ore, che a vendere fossero stati i fondi americani Fidelity, ma non c’è nessuna conferma ufficiale al momento e la Consob ha aperto le necessarie verifiche. Ma, se così fosse, è forte il sospetto che il venditore ancora misterioso o l’intermediario BofA sapessero della revisione. Un classico caso di insider trading, difficilmente perseguibile però perché i fatti si sono svolti fuori Italia. Ultima beffa per tutti quei risparmiatori Saipem che oggi si sono svegliati alleggeriti di un 34 per cento del loro valore, che si riflette oltretutto in un calo del 5,2% delle azioni di Eni, la controllante della società, che attraversa uno dei suoi momenti più bui tra indagini, attività e mercati. E che alla fine si ripercuote sull’intero listino di Piazza Affari, che alla fine chiude a -3,6%.
Aggiornato dalla redazione web all 17,41
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