Sabato scorso ho ricevuto una email. La rivendicazione era di Anonymous. Comunicava che erano state pubblicate, online, le conversazioni tra Max Loda, Massimiliano Foti e Manuel Marco Marsili che dimostravano i loro maneggi per “affossare” il Movimento Cinque Stelle.  Ritenendo la email attendibile e ritenendo che, date le implicazioni gravissime, la questione andasse discussa immediatamente , l’ho pubblicata.

Come prevedibile, si è incendiata la polemica. Me l’aspettavo. Ma certe cose, a mio parere, si devono fare e basta. Sul blog  anon-news.blogspot.it compare una smentita, apparentemente ufficiale. La smentita è accompagnata da un’analisi delle conversazioni catturate, bollate come “totalli fake”. Immediatamente alla smentita viene dato grande risalto, come se provenisse dalla bibbia e fosse inconfutabile. A nulla serve far notare che Anonymous non è un palazzo, non è una società, non è una persona: Anonymous è una filosofia e un metodo di collaborazione. Non tutti gli “Anonymous” sono coesi e agiscono compatti, come dimostra il caso dell’attacco al blog di Grillo, dove emersero tutte le contraddizioni che attraversano la comunità italiana. Molti cionondimeno, conoscendo forse male la rete, o magari per troppa precipitazione, hanno chiuso il caso.

Invece il caso era ancora più che aperto. Prima le controsmentite alle deduzioni iniziali del gruppo che gestisce il blog anon-news: l’autenticità delle conversazioni non si può dedurre con le argomentazioni portate, perché non contraddicono nulla e sono al contrario spiegabilissime. Poi arriva la conferma ufficiale: parla un testimone diretto, uno di quei giornalisti citati nelle conversazioni, che conferma al minuto i tempi delle chat e i contenuti.

Oggi arriva al mio blog una seconda email. Il mittente è incontrovertibilmente lo stesso di quello di sabato scorso, perché è l’unico a conoscere un dettaglio, contenuto nel primo messaggio, che io non ho mai reso pubblico.  La nuova email parla da sola: rivendica la paternità dell’azione e non tralascia di dare un giudizio estremamente critico contro il gruppo o l’individuo che, parlando a nome di Anonymous dal blog anon-news, aveva frettolosamente e un po’ superficialmente smentito la prima rivendicazione.

Chiedo a tutti i media che hanno dato la notizia della secca smentita iniziale – chi in malafede, chi in buonafede ma un po’ affrettatamente, chi correttamente utilizzando l’opportuna formulazione ipotetica – di onorare quella deontologia professionale giustamente invocata, pubblicando un’articolo a rettifica o integrazione che evidenzi come a) la notizia fosse autentica, così come le conversazioni riportate, e b) nessun gruppo di Anonymous può ritenersi quello ufficiale e quindi avocare a sé il  diritto di confermare o smentire l’operato di altri hacktivist.

Grazie per il vostro supporto: so che voi, insieme alla maggioranza silenziosa che non ama commentare ma che sa benissimo leggere fuori e dentro le righe, non lasciate mai solo chi scrive e pubblica ogni giorno avendo in mente una sola cosa: cercare di avvicinarsi la verità, onestamente, senza comodi alibi e senza paura delle prevedibili conseguenze.

Rivendicazione Anonymous

Claudio, non sappiamo se sia stata capacità o casualità il fatto di aver omesso una porzione del comunicato originale; quella stessa parte ti garantirà che gli autori di questa nuova mail sono gli stessi che qualche giorno fa ti hanno fornito il materiale sulla vicenda Foti/Marsili. Nella lettera, infatti, scrivevamo :“non tentare di rispondere a questa e-mail, l’indirizzo mittente è fasullo”. Se reputi attendibile questo elemento come rivendicazione del gruppo, prosegui nella lettera, altrimenti cestinala pure.

Questa comunicazione non ha scopo propagandistico ma è un modo per dirti che abbiamo apprezzato il tuo operato; ci tocca adesso chiarire degli aspetti:

  1. Essere di Anonymous non significa soltanto sferrare attacchi DDOS, Netstrike o comandare botnet messe su da script kiddie, ma avere la capacità anche di rovistare nella parte più nascosta di Internet. Dove gli altri credono di aver riposto al sicuro i propri dati, noi siamo li e abbiamo già scrutato al loro interno. Di giorno gestiamo backbone transoceanici, di notte li esaminiamo bit per bit; produciamo software, amministriamo sistemi informatici e ne sfruttiamo le stesse vulnerabilità. Gestiamo transazioni e pagamenti, leggiamo nei vostri dispositivi mobile, operando sia nel caos che nel silenzio più assoluto. Tuteliamo l’equilibro dell’ecosistema “Internet” e mettiamo al bando chi vìola le leggi non scritte che governano il web.
     
  2. Sottolineiamo che la nostra azione non vuole in alcun modo tutelare Grillo e di lui ci interessa ben poco, anzi è il primo ad essere sotto la nostra lente di ingrandimento. Preferiamo tutelare i comuni cittadini che oggi più che mai sembrano volersi riappropriare della propria identità politica e che potevano vedersi “scippare” la possibilità di presentarsi alle elezioni italiane, svegliandosi così da quel torpore politico nelquale hanno vissuto per tanti anni.
     
  3. Vogliamo inoltre confermarti l’autenticità del materiale prodotto; nulla è stato manomesso/omesso. Abbiamo dovuto raggruppare screenshot il più velocemente possibile e con un risultato grossolano, data la situazione critica in cui ci trovavamo, per ottenere il massimo dell’anonimato. Questo giustifica disallineamenti tra immagini, messaggi e in alcuni casi omissioni temporali. Il loro compito adesso è depistare, cercare di sfumare dalla verità che pubblicamente abbiamo presentato. Hanno già provveduto a cancellare i messaggi dai loro profili ma i sistemi di data retention custodiscono tutto.

Messora dovevi vedere il nostro sorriso leggendo il post assurdo di fantomatici “Anonymous ufficiali” (Anonymous? Who is Official Anonymous?) che reputerebbero fake gli screenshoot sulla base del nostro indirizzo mittente fasullo… “Hey Guys don’t be silly”: stiamo parlando di depistaggio e di violazione di sistemi informatici, non di DDOS al sito del McDonald. Un messaggio del tipo: “le fonti in nostro possesso non sono certe per garantire l’attendibilità del materiale” avrebbe dato molta più credibilità alla vostra organizzazione “commerciale”. Un gruppo serio di hacker non può avere il proprio blog sul provider più grande del mondo: non ci si può nascondere al buio nella tana del lupo. Anonymous è tutta un’altra storia!

E’ tempo perso analizzare gli hop della mail, gli id-mobile ecc… Tutto è studiato nei minimi particolari. Non possiamo e non lasceremo tracce. Usiamo cifrari perfetti per le comunicazioni interne al gruppo ed ogni particolare è lì al suo posto per uno specifico motivo. Siamo inoltre certi che nessuna denuncia sia stata mai avanzata, chi non ha la coscienza pulita non potrebbe mai agire legalmente (quindi dormi sereno!).

 Si è tanto parlato di noi, ma il succo della storia è nel contenuto prodotto. La verità è lì. Noi agiamo indipendentemente da questa faccenda e continueremo a svelare ogni meccanismo perverso.

Se tu avessi seguito le regole che tanto millantano in merito alla “veridicità delle fonti”, probabilmente non ci avresti aiutato a far conoscere la verità dei fatti al target che volevamo ricevesse tale informazione. Ma d’altronde siamo arrivati da te con convinzione, prevedendo in anticipo che avremmo ottenuto ciò che volevamo.

Ricorda che sei un Anonymous anche tu. Solo che, differentemente da noi, usi armi convenzionali.

Open your eyes
Think Anonymous

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