“Al di là dei risvolti penali, ho avviato una verifica e i consiglieri che hanno violato il nostro codice di comportamento non saranno ricandidati, fossero anche tutti”. Queste le parole del leader della Lega Nord Roberto Maroni sulla vicenda dei rimborsi in Regione Lombardia. Ospite di Bruno Vespa alla presentazione milanese del suo ultimo libro, il candidato leghista alla guida della Lombardia non può che promettere la linea dura, e nuove pulizie. Poi chiarisce: “C’è una legge del 1972 che consente questi rimborsi. Quando sarò governatore la cambierò”. E prima di concludere c’è spazio anche per le polemiche contro l’operato della procura di Milano. “Se è sbagliato il sistema”, chiede Maroni, “perché la procura si occupa solo di Lega e Pdl e solo degli ultimi due anni?”. Domanda che in realtà ha già trovato risposta nello sviluppo degli eventi. Ieri la guardia di finanza ha acquisito le carte di tutti gli altri gruppi consiliari, dopo che le indagini erano partite dai conti di Lega e Pdl in seguito a inchieste che riguardano consiglieri appartenenti ai due partiti e non agli altri di Franz Baraggino
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