“Quello di Report è stato un film che non ha raccontato la realtà, frutto di un’operazione di taglia e cuci“. Così a “Il Punto”, su Rai News, Antonio Di Pietro commenta l’intervista rilasciata a Report, su Rai Tre, a proposito della vicenda degli immobili di sua proprietà. “Con quella che mi intervistava sono stato a parlare di tutto per due ore e quaranta minuti, mi sono aperto col cuore in mano” – afferma il leader dell’Idv – “Ma, spente le telecamere, si è presa la registrazione, la si è data un operatore ed è stato trasmesso un montaggio in cui, come al solito, Di Pietro si è impicciato mentre parlava o gli si è inceppata la lingua. Insomma, i momenti imbarazzanti”. E aggiunge: “Io però ho tratto un grande insegnamento: da ora in poi parlerò solo in diretta e cioè quando non si può tagliare e cucire“. Il conduttore Corradino Mineo fa notare a Di Pietro che simile opinione fu espressa anche da Massimo D’Alema e puntualizza: “Su questo argomento però ha ragione Beppe Grillo: la censura o l’interpretazione malevola si possono fare anche a seconda di come è organizzato il talk show o a seconda di come sono gli ospiti. Non c’è bisogno di tagliare”. Il segretario dell’Idv ribatte, puntando il dito contro la professionalità di certi giornalisti: “Voi avete il dovere di dare ai cittadini la fotografia della verità, non un film che racconta una storia fantastica“. Di Pietro precisa anche che, a causa della confezione del servizio trasmesso da Report, i telespettatori hanno mal interpretato la situazione dei suoi immobili. “I cittadini hanno avuto la sensazione che io fossi titolare di cinquantasei case” – lamenta – “e che addirittura le avessi comprate coi fondi del partito. Al di là delle sentenze, far credere questo è una boiata pazzesca, ma capita a tutti i giornalisti di prendere una bufala“. Il politico si esprime poi sulla fuga di altri parlamentari dal partito (Pedica, Porcino e Paladini) e spiega che si tratta di un fenomeno allargato che non coinvolge solo l’Idv. “Come avviene in ogni fine legislatura, ci sono i soliti soggetti in cerca di autore” – afferma – “E’ la selezione naturale della specie politica”. Sulla crisi dell’Idv, Di Pietro non si abbandona a pessimismi di sorta e sul futuro segretario dichiara: “In questo congresso che stiamo avviando, mi sento come il padre che vede il proprio figlio crescere“. E, rivolgendosi a Mineo, asserisce: “Il giorno che vedrò l’Idv camminare da solo, sarò come lei vede i suoi nipotini: felice“. “Nipotini ancora non ne ho” – replica il conduttore – “al massimo sono felice quando vedo i miei giornalisti crescere”. Il parlamentare ammette i propri errori nella scelta di alcuni esponenti del partito e ricorre a una metafora ardita. “Anche il cappellano del carcere di San Vittore, quello arrestato per violenza sessuale sui detenuti, diceva messa accanto al Cardinale Scola. Su dodici apostoli c’era uno che si chiamava Giuda e che tradiva” – prosegue – “Però nell’Idv chiunque fosse stato toccato dal semplice avviso di garanzia è stato messo fuori dal partito”. Circa le alleanze future, Di Pietro non ha dubbi. “A differenza di chi fa mera protesta, come il Movimento 5 Stelle, che rispettiamo” – afferma – “noi dell’Idv vogliamo costruire un’alternativa di governo perchè sappiamo umilmente che da soli non ce la possiamo fare. Stiamo aspettando l’esito delle primarie del centrosinistra” – conclude – “e vogliamo che vinca quell’area che si propone in alternativa al governo Monti. Altrimenti mi farò promotore di una grande aggregazione che si oppone alle politiche “ragionieristiche” dell’attuale governo”  di Gisella Ruccia

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