In attesa degli esiti degli accertamenti della Procura di Catania, Windjet porta in Tribunale la sua versione della fallita trattativa con Alitalia e chiede un maxi risarcimento alla società di Roberto Colaninno. Approderà infatti nelle aule di un Tribunale civile il contenzioso sulla mancata acquisizione della compagnia siciliana low cost da parte di Alitalia. Windjet, che l’estate scorsa lasciò a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 800 persone, ha presentato una richiesta di risarcimento danni per 162,5 milioni di euro nei confronti di Alitalia-Cai sulla fallita trattativa tra le due aziende.

La compagnia low cost chiede di “accertare i profili di responsabilità civile di Alitalia-Cai” parlando di un “gravissimo pregiudizio sofferto”. Ma l’Alitalia ribatte. “Non è stato notificato, al momento, alcun ricorso da parte di Windjet”, dice la compagnia. E aggiunge: “la società ritiene completamente prive di fondamento le tesi di Windjet e comunque confida nella Magistratura per un accertamento della correttezza del suo operato”.

Nell’atto di citazione i legali della compagnia low cost parlano, in via di ipotesi, di una “concorrenza sleale per annientamento” spiegando che “nell’ambito delle discussioni e negoziazioni avviate a novembre 2011 Alitalia ha richiesto a Windjet la consegna dei principali dati economico-patrimoniali, nonché delle informazioni industriali, legali, contrattuali, di business, di network e di politiche tariffarie al fine di valutare la fattibilità dell’operazione e l’entità dell’investimento da sostenere”.

I legali scrivono che la Windjet “ha ottemperato diligentemente a tutte le richieste formulate” ma che poi Alitalia “ha preteso, sin dai primi giorni di gennaio 2012, che Windjet, dietro la rassicurazione della imminente sottoscrizione di un memorandum d’intesa uniformasse da subito alle proprie richieste capacità e prezzi offerti all’utenza, sì da trarne immediato beneficio, senza riguardo per qualsivoglia potenziale riverbero negativo nell’andamento delle vendite per l’attrice”.

Windjet sostiene che altro non ha potuto fare che “uniformarsi alle disposizioni di Alitalia” per “le incisive pressioni ricevute, sostanziatesi nella paventata interruzione immediata della negoziazione – si legge nell’atto di citazione – al solo fine di procedere nell’operazione”. Così, spiega la società etnea, il 1 febbraio 2012 “Windjet ha rimodellato il proprio programma di voli” e le “griglie tariffarie”.

Ma secondo Windjet, nonostante la compagnia avesse accettato tutte le richieste, l’Alitalia avrebbe lasciato cadere l’accordo lasciando la compagnia aerea siciliana in difficoltà, sfociate nella richiesta di concordato preventivo. L’ipotesi di Windjet è che ci sia stato, in qualche modo, un piano preordinato. Altrimenti, osservano dalla compagnia low cost, non si capirebbe “l’assoluta riservatezza sulle forme di ingerenza che stava operando sulle politiche commerciali e tariffarie di Windjet” che sarebbe “stata imposta da Alitalia”.

Come l’utilizzo di “indirizzi email privati che avrebbero dovuto essere appositamente aperti con account non riportanti i nomi degli interlocutori e non essere immediatamente riferibili all’azienda”, email che dovevano “essere cancellate subito dopo la ricezione e lettura”. Del contenzioso tra Alitalia e Windjet si sta già occupando la Procura di Catania che nelle scorse settimane ha fatto eseguire perquisizioni nelle sedi delle due compagnie nell’ambito di un’inchiesta conoscitiva, allo stato, senza indagati.

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