Mentre si decide come e quanto scrivere di Bookcity, la rassegna letteraria che si svolge a Milano dal 16 al 18 novembre, e che giovedì si è aperta con un’anteprima, arriva la mail di Pisa book Festival. E pure un promemoria del Festival della letteratura di Cuneo, che si svolge in contemporanea il prossimo weekend. Ma poteva, si è detto a lungo in questi mesi di preparazione, Milano non avere una kermesse legata all’editoria? Stando ai numeri dati alla presentazione dell’evento la risposta non può che essere assolutamente no. Questa festa s’aveva da fare: 4 mila imprese attive nei settori legati alla stampa e all’editoria (pesano il 56,7% del totale lombardo e il 12,6% di quello italiano) con oltre 25 mila addetti impiegati e 135 milioni di esportazioni (nei primi sei mesi dell’anno), circa il 20% di tutto l’export italiano del settore. Pas mal, e infatti ecco questa tre giorni con oltre 300 eventi in cento luoghi della città, dal centro alle periferie. Con un’idea democratica e perciò diffusa di cultura, strenuamente sostenuta dall’assessore Stefano Boeri: ci saranno biblioteche, librerie, e case editrici aperte. Incontri, dialoghi e dibattiti un po’ dappertutto, anche a San Siro e San Vittore.

Non solo città della moda, del design, del mobile, della finanza: capitale anche, si spera soprattutto, del libro. Tutto nasce un annetto fa quando si ritrovano al desco gli editori milanesi, invitati dal presidente della Fondazione Corriere della Sera, Pier Gaetano Marchetti: lì, tra l’insalatina e una tazzina di caffè, si decise che era giunta l’ora dell’orgoglio meneghino. E che caspita: Torino ha la Fiera internazionale, Mantova il primo Festival della letteratura. E poi Scrittori in città, il Festival della piccola editoria di Roma, il Festival Letterario della Sardegna, Pordenone legge e così via.  Poteva dunque Milano, restare inerme e a bocca asciutta? Gli editori, tutti i big (Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli Rizzoli, Gems) hanno deposto l’ascia di guerra e si sono organizzati, affidando il coordinamento al Comune e alle loro Fondazioni (per chi ne ha una). E questo numero zero è stato partorito, anche grazie al lavoro di Oliviero Ponte di Pino, ex direttore editoriale di Garzanti, che ha pensato e ordinato insieme al Comune un calendario super affollato di eventi e ospiti. I “competitors” si sono immediatamente allarmati, anche perché in periodo di crisi la concorrenza unita alla cronica mancanza di fondi desta non pochi allarmi: quel poco panem che danno i carmina mica lo si può dissipare.

A gran voce, da Roma e Torino, sono giunte richieste per una cabina di regia che coordinasse i grandi eventi letterari del Paese. Le lagnanze sono state immediatamente respinte al mittente dai milanesi, i quali hanno (e così è, in effetti) cercato “le date più lontane possibile dalla Fiera di Torino”. Che tra l’altro ha caratteristiche completamente diverse: mentre Bookcity è un evento diffuso nella città, fatto più d’incontri che di stand, Torino è una Fiera, non a caso allestita in un padiglione fieristico. Nel dibattito – perché di questo, più che di polemica si è trattato – è intervenuta anche Elisabetta Sgarbi, direttrice editoriale di Bompiani e anima di un’altra importante rassegna cittadina, la sofisticata (ed estiva) Milanesiana che da 13 anni va in scena sotto la Madonnina. “Ogni città (e ogni festival) è adulto e responsabile per coordinarsi da sè”, ha detto la Sgarbi ad Affariitaliani.it. “A sbagliare ognuno è bravissimo da sé. Almeno, io non ho mai avvertito questa esigenza. Ho sempre avuto altri problemi, la copertura economica del festival, la costruzione del programma, il dialogo costruttivo con i partner…”. E poi, su una eventuale collaborazione con Bookcity: “La Milanesiana non è solo un festival letterario, ma un progetto di sapere più complesso, di confronto tra le arti e tra artisti che si esprimono in campi differenti”. In effetti è vero: la Milanesiana è assai radical chic – nella qual cosa non c’è nulla di male – e di autori pop di solito se ne vedono pochi. Infatti questa tre giorni che sta per aprirsi è – dichiaratamente nelle intenzioni degli organizzatori – una manifestazione più “semplice”.

Senza molta fantasia però l’inaugurazione è affidata a Umberto Eco, sempreverde e veneratissimo maestro: ma il suo è uno dei nomi più importanti che circolano in questo Festival. Insieme naturalmente a Salman Rushdie, Jeffery Deaver, David Grossmann. Agli italici Giorgio Faletti, Paolo Giordano, Massimo Gramellini, Riccardo Muti. Perfidamente si sussurra che, a illuminare la manifestazione e a sancire la distanza di Milano, manca un super autore, un Philip Roth per intenderci. Ma è un’edizione sperimentale, consapevolmente organizzata in fretta e furia, senza ansie da prestazione. Ci si aspettava un fremito, che invece non c’è stato, per l’annuncio della presenza del premier: Mario Monti presenterà sabato il suo libro con Sylvie Goulard, durante un incontro (‘Per un’Europa democratica e per un’Italia europea‘), insieme con Ferruccio de Bortoli e Federico Fubini. Dove si svolge l’incontro? All’Università Bocconi: avevate dei dubbi?

Sepùlveda, Rushdie, Grossman, Eco: appuntamento con la cultura superstar – Dopo l’anteprima di giovedì alla Triennale di Milano con Luis Sepúlveda, venerdì sera, alle 18.30 alla Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera la presentazione di Enrico Mattei. Scritti e discorsi: l’eredità di un imprenditore del futuro, con Paolo Mieli, presidente di Rcs libri. Sempre venerdì e sempre alle 18.30 alla Sala conferenze di Palazzo Reale sI discute di Capolavori rifiutati. Avventure e peripezie di alcuni dei libri più amati del Novecento italiano. Con Giancarlo Ferretti, Marco Belpoliti, Luisa Finocchi, Stefano Mauri e Giulio Mozzi. Sabato pomeriggio alle 16.30, al Teatro Franco Parenti, Dalla scena alla carta. Vita d’attore. Dialogo intorno a Signore e Signori Carlo delle Piane. Con Massimo Consorti, Carlo Delle Piane e Piero Lotito. Sabato mattina, alle 11.30 Gianni Barbacetto (a breve uscirà il suo Il Celeste, Chiarelettere) dialoga al Piccolo Teatro Strehler di Largo Greppi 1 con Renato Pezzini e Marco Travaglio, autori de L’illusionista, ascesa e caduta di Umberto Bossi (Chiarelettere). Alle 16.30 Football Clan. Le mani delle ma e sul gioco più bello del mondo. Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo dialogano con Peter Gomez. Domenica sera alle 21, all’Elfo Puccini Parole contro la guerra. Spettacolo che intreccia i momenti salienti dell’ultimo incontro di Tiziano Terzani con i lettori. Il programma completo è on line, sul sito della manifestazione

da Il Fatto quotidiano del 14 novembre 2012

Aggiornato da Redazione web il 16 novembre 2012

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