Sul ddl diffamazione “c’e’ l’accordo politico, il testo è blindato”. Lo assicura Filippo Berselli (Pdl), il presidente della Commissione Giustizia del Senato e relatore della riforma che oggi ha subito degli stop and go con un ulteriore rinvio in Commissione. L’accordo, secondo Berselli, è contenuto in un testo al quale “certo, chiunque potrà presentare emendamenti” a titolo personale, ma il Pd come gruppo non ne presenterà. 

L’accordo prevede di portare in Aula una versione molto più snella del provvedimento scaturito dal caso Sallusti, nella quale si dice no al carcere per i giornalisti che diffamano e si fissa a 50.000 euro il tetto massimo per la cauzione pecuniaria. Per quanto riguarda la rettifica, questa dovrà essere pubblicata immediatamente e senza commenti. Se la rettifica verrà fatta secondo quanto previsto dalla norma, diventerà un’attenuante “fino a 2/3 nel caso in cui ci sia un giudizio penale e sarà uno dei criteri per la determinazione del risarcimento del danno”. Verranno tolte tutte le altre norme, inserite in aula, che riguardano la “censura dei libri”, la possibilità di decurtare i rimborsi dell’editoria e la previsione del secondo articolo 700 (procedura d’urgenza) nel caso in cui non si ottemperi ad una corretta rettifica. E’ con questo accordo che la maggioranza si appresta a riaffrontare l’Aula martedì prossimo.

La notizia dell’accordo arriva dopo una giornata in cui il ddl sulla diffamazione è tornato in commissione, dopo la richiesta respinta del Pd e dell’Idv del passo indietro e le dimissioni della relatrice Silvia Della Monica, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia. Ora la commissione Giustizia avrà tempo fino a lunedì 12 novembre per accogliere gli emendamenti (entro le 12 del 13 novembre) e si darà poi per acquisita la discussione generale già svolta, riprendendo dalle votazioni.

“Io mi auguro che l’iter di questa legge si fermi qui”, ha dichiarato Della Monica. “Mi sono dimessa da relatore proprio perché penso che non ci siano né il tempo né le condizioni per fare una riforma giusta e equilibrata della diffamazione a mezzo stampa. La fretta può causare danni irreversibili. Il caso Sallusti si può risolvere in altri modi ed io sono contraria alle leggi ad personam, pro o contro qualcuno”. Dopo le sue dimissioni il vicepresidente del Senato Vannino Chiti aveva sospeso la seduta. “Una buona legge su una materia così delicata – ha aggiunto la senatrice Della Monica – non può essere frutto dell’emergenza. Il caso Sallusti si può risolvere diversamente, non con norme pensate a questo scopo e che influiscono sulla normativa generale. La riforma deve essere equilibrata: deve tenere conto sia della libertà di stampa sia del diritto dei cittadini a difendere l’onore e la reputazione. Anche per regolare le informazioni su Internet ci vuole equilibrio e quindi tempo. Si tratta di una materia nuova, complessa anche sul piano tecnico. Penso che il parlamento deve fare delle audizioni ascoltando i pareri degli esperti”.

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