Un’inchiesta della Procura di Napoli, pm Giovanni Conzo e Alessandro Milita, eseguita dalla squadra mobile di Caserta, ha portato al sequestro di un terreno, a Giugliano, dove sono state smaltite illegalmente, nel 2003, 3500 tonnellate di fanghi tossici. Il terreno, secondo le analisi, è contaminato e necessita di bonifica. A pochi metri ci sono le serre, dove emerge una presenza oltre soglia di zinco, i prodotti agricoli vengono quotidianamente commercializzati. Nel procedimento sono indagati, con l’aggravante di aver favorito il clan dei Casalesi, Nicola Martiniello ed Elio Roma. Quest’ultimo, insieme a Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e altri, è un nome noto agli investigatori già condannato in primo grado per lo smaltimento illegale di rifiuti. Trafficanti di ‘monnezza’, capaci, grazie ad autorizzazioni false e coperture, di trasportare e smaltire rifiuti, anche quelli provenienti dal consorzio Milano Pulita, fingendone il trattamento in impianti nella loro disponibilità. In realtà, tra metà anni novanta e l’inizio del 2000, il pattume di ogni genere veniva tombato con “evidente inestimabile danno ambientale” e ingente guadagno per l’organizzazione nei terreni tra Caserta e Napoli. Nel decreto di sequestro, firmato dal Gip Bruno D’Urso, le parole del  pentito Tammaro Diana che ha chiamato in causa Licio Gelli (già coinvolto in una inchiesta in passato). “Furono proprio i Roma (Elio e Generoso) a spiegarmi che essi, soprattutto negli anni novanta, erano addetti per il clan dei Casalesi gruppo Bidognetti alla gestione dei rifiuti, prevalentemente per il trasporto dei rifiuti tossici del Nord, specialmente dalla Toscana alla Campania (…) I Roma ci tenevano anche a sottolineare che in quel periodo, tramite Guido Mercurio e Francesco Bidognetti, detto “cicciotto e mezzanotte”, svolgevano l’attività di gestione illecita dei rifiuti anche con l’ausilio di Licio Gelli della loggia P2; questa circostanza mi fu confermata anche dal cognato di Guido Mercurio, Giuseppe Diana, detto “o topo”, cugino di primo grado di mio padre”  di Andrea Postiglione e Nello Trocchia

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