Più di 2mila dipendenti coinvolti e 40 i feriti è il bilancio di una maxi rissa scoppiata in uno degli stabilimenti cinesi della Foxconn, azienda che produce per conto della Apple. Già nell’occhio del ciclone per le durissime condizioni di lavoro e un’oscura serie di suicidi tra i suoi dipendenti, l’azienda taiwanese che produce al momento i tablet per l’azienda di Cupertino ha comunicato che uno dei suoi impianti è stato teatro di una maxi colluttazione dai contorni ancora non chiari.

L’azienda è stata costretta quindi a chiudere lo stabilimento di Taiyuan, 79mila operai, uno dei più importanti tra i 20 che la Foxconn possiede in Cina: la lite tra gli operai è scoppiata in un dormitorio intorno alle 23 di domenica sera ed è sfociata in una rissa che ha coinvolto 2 mila persone. La polizia ha impiegato quattro ore per riportare la situazione sotto controllo. Diversi gli operai arrestati. I disordini sarebbero scoppiati dopo che un operaio sarebbe stato picchiato perché si rifiutava di fare lo straordinario. Solo alle 3 del mattino la polizia è riuscita a riportare la calma.

L’impianto di Taiyuan, nella provincia centro-orientale dello Shanxi, impiega 79.999 persone e in questi giorni è impegnata nella produzione e nell’assemblaggio soprattutto del retro dell’ultima versione dell’Iphone. La Foxconn Technology Group, di proprietà della taiwanese Hon Hai Precision Industry Co., impiega oltre 1,3 milioni di persone con diversi impianti di produzione in Cina e in altri paesi, lavorando per primarie società mondiali come Apple, Sony, Nokia e altri. Negli anni scorsi è stata scossa da una serie di suicidi fra i suoi dipendenti a causa delle pessime condizioni di lavoro.

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