Uno stabile occupato da 800 rifugiati provenienti da Sudan, Darfur e paesi del Corno a due passi dall’Università di Tor Vergata. Peccato che “Palazzo Selam”, come è stato ribattezzato dagli stessi ospiti, manchi tutto o quasi: a cominciare da luce e gas. Ai tempi questo edificio era frutto di un progetto voluto da Actionaid e l’associazione Selem, appoggiato dalla giunta Veltroni. Si voleva creare un luogo autogestito dagli stessi rifugiati, ma, visti i costi, alla fine non se ne fece più niente. Nel 2007 con l’ordine di sgombero, i rifugiati hanno cominciato la resistenza barricandosi nel palazzo. “Da quel momento siamo stati abbandonati da tutti”, raccontano i richiedenti asilo  di Irene Buscemi

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Iniezioni di staminali adulte, giudice: “Celeste deve proseguire le terapie”

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