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Borsa, Piazza Affari vola (+6,3%). Lo spread si riavvicina a 450 punti

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La notte ha portato consiglio e la delusione di ieri ha lasciato spazio all’ottimismo sui mercati finanziari. Dopo un avvio in sordina, infatti, sulle piazze europee sono tornati gli acquisti a piene mani. Una decisa inversione di rotta rispetto al dramma che ieri pomeriggio era seguito al discorso del presidente della Bce, Mario Draghi. E così anche dopo l’apertura di Wall Street, Milano ha guidato i rialzi con l’indice Ftse Mib che è volato del 6,3%. Su banche e assicurazioni, con Intesa  (+12,5%) che più che per gli utili in calo del 41,5% nel secondo trimestre, è stata apprezzata per il rafforzamento dei coefficienti patrimoniali. In generale il comparto, grande acquirente dei titoli di Stato, ha beneficiato del brusco raffreddamento dello spread  tra Btp decennali e Bund tedeschi che, dopo una apertura in lieve rialzo, si è drasticamente ridotto a quota 461 punti grazie ai rendimenti dei titoli italiani che sono scesi di 26 punti base al 6,02%, mentre quelli degli omologhi tedeschi sono balzati di 20 punti all’1,42%.

In rialzo l’euro a 1,2369 contro il dollaro rispetto al valore di 1,2144 di ieri sera dopo la chiusura di Wall street.  In gran spolvero tutte le piazze europee con Madrid che ha chiuso dietro a Milano con un guadagno del 5,5%, mentre lo spread tra i Bonos e il Bund si è raffreddato rapidamente scendendo a quota 535  punti.

Intesa San Paolo ha diffuso oggi i dati sull’andamento economico del gruppo. L’utile netto del secondo trimestre è in calo a 470 milioni, con una contrazione del 41,5% rispetto agli 804 milioni conseguiti solo tre mesi fa. Nel semestre invece lo stesso dato ha conosciuto una diminuzione del 9,1% attestandosi a un miliardo 274 milioni. I ricavi degli ultimi sei mesi invece sono in crescita del 2,6% a 8,94 miliardi, anche se  nel singolo secondo trimestre il dato è in flessione del 14,2% a 4,12 miliardi. Ottimismo, però, da parte della banca che, confidando sui tagli in corso e sul “costante monitoraggio della qualità del credito” stima di riuscire a chiudere  l’esercizio con una “sostanziale stabilità della redditività operativa al netto delle componenti non ricorrenti del 2011”.

 

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