Mentre sembra stia per chiudere il Seti (Search Extra Terrestrial Intelligence), il gruppo di scienziati che tramite radiotelescopi ha cercato per anni segnali intelligenti di natura extraterrestre, e mentre la sua direttrice Jill Tarter polemizza con il fisico Hawking sulla missione e natura più o meno pacifica degli alieni, ecco che il National Geographic, lancia una incredibile iniziativa tramite i social networks: il programma ‘ChasingUfos’. Tramite questo social network sarà infatti possibile inviare messaggi verso civiltà stellari che verranno poi spediti il prossimo 15 agosto dal radiotelescopio del Seti ad Arecibo, in Portorico.

Il progetto del N. G. sembra coincidere con una lunga serie di anniversari.

La notizia dell’iniziativa viene infatti lanciata nel giorno del 65° anniversario di quello che si ritiene il primo avvistamento di dischi volanti fatto da Kenneth Arnold il 24 giugno del 1947, non solo ma il 1977 è anche il lancio del film di Spielberg “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e del trentennale dell’altro suo film E.T. l’extraterrestre.

Ma il motivo ufficiale rimane quello del cosiddetto “segnale Wow”, poiché 35 anni prima il Prof. Jerry R. Ehman dell’osservatorio della Ohio State University, esattamente il 15 agosto del 1977 aveva captato un impulso radio di 72 secondi proveniente dalla costellazione del Sagittario, passato alla storia come ‘segnale Wow!’.

In realtà, non è stato il solo segnale misterioso ricevuto.

Il Prof. Paul Horowitz tramite il Project Beta (Seti), il 10 settembre 1988 dopo che un rumore di oltre 750 volte lo “standard” fu intercettato, affermo dell’esistenza di altri 37 segnali ricevuti e non identificati. Sempre al Seti nel marzo del 2003 e annunciato sul New Scientist per ben tre volte fu ascoltato un segnale non identificato nello spettro dell’idrogeno.

In realtà anche noi terrestri abbiamo inviato messaggi nello spazio. Il più noto è il cosiddetto Arecibo Message, inviato il 16 novembre del 1974 da Arecibo sede del radiotelescopio Seti, verso l’Ammasso Globulare di Ercole M13. Nel messaggio erano contenute tutte le informazioni riguardanti il nostro sistema solare, il nostro pianeta e l’uomo.

L’esperimento considerato poi pericoloso, fece sospendere l’attività di inviare messaggi nello spazio.

Poi grazie all’astronomo Russo Alexander Zaitsev, del Seti “attivo” o Meti, dal radiotelescopio di Evpatoria in Ucraina, con una parabola di oltre 70 metri furono inviati diversi messaggi agli extraterrestri. Zaistev sostiene infatti che “per ricevere la visita di qualcuno, bisogna prima mandargli un invito..”

Ma forse il più importante evento del genere fu realizzato proprio dalla Nasa quando nel 2008, per celebrare l’evento del 45° Deep Space Network e del 50° del lancio del satellite Exporer 1, con l’occasione del 40° della registrazione della canzone dei Beatles “Across the Universe”, fu inviata tale canzone, verso la stella Polare a 431 anni luce di distanza. L’evento seppur in sordina, colpì molti addetti ai lavori, in quanto la posizione prudenziale degli scienziati era (ed è ancora) quella di non inviare messaggi per non essere poi identificati e diventare facile preda di civiltà ostili. Tale dibattito vede ancora accese discussioni tra il Prof. Hawking che crede nella presenza di civiltà extraterrestri ma ostili che distruggerebbero al loro passaggio quelle più deboli, parafrasando e comparando la fine degli indios americani di fronte all’arrivo di Colombo. Di opposto parere Jill Tarter, che sostiene e forse a ragione, che se dovessimo un giorno venire a contatto con una civiltà aliena, questa avrebbe risolto da tempo i problemi e le paure che attanagliano la nostra civiltà. Quindi niente paura con il progetto del National Geographic.

Un ultima riflessione. Il progetto è stato nominato Chasing Ufos a caccia di Ufo. Ma l’esistenza degli Ufo non vanificherebbe proprio il concetto della utilità di contatti radio se questi oggetti si palesassero ufficialmente? Oppure …..

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