L’idea nuova di Berlusconi ed Alfano è il presidenzialismo. Dicono che lo spunto l’hanno avuto guardando cosa stava accadendo in Francia e in Grecia. Ad Atene un panorama politico polverizzato in una decina di partiti entrati in parlamento rifiutandosi di allearsi con le altre forze politiche. A Parigi François Hollande che vince le presidenziali, in pochi giorni indica il nuovo primo ministro e poi vola nel giro di una settimana a discutere d’Europa con Angela Merkel e del mondo con Barack Obama. Da qui Silvio Berlusconi e Angelino Alfano prendono il pretesto per una profonda riforma istituzionale che, spiega il segretario politico del Popolo delle Libertà, bisogna fare “ora o mai più”. Il Pdl presenterà la sua proposta di introduzione del presidenzialismo come emendamento ai testi sulle riforme istituzionali all’esame dell’Aula del Senato, la prossima settimana. “Abbiamo già pronto l’articolato che consegneremo come emendamento all’Aula” ha spiegato Berlusconi. Un’iniziativa anticipata per sommi capi già ieri e che ha fatto andare su tutte le furie Pd e Udc.

In realtà più che a un vero e proprio presidenzialismo l’idea gira intorno a un semipresidenzialismo alla francese, con l’elezione diretta del presidente della Repubblica con un doppio turno. Nel quale poi il capo dello Stato indica il primo ministro. Non solo: è prevista anche l’introduzione delle primarie. C’è “il desiderio di approfondire quello che da 30 anni si è portato sui tavoli della riforma costituzionale e cioè la possibilità che i cittadini a decidere il presidente della Repubblica” afferma Berlusconi.

Alfano: “La più grande riforma delle istituzioni”. Accanto alle primarie, per Berlusconi si tratta di permettere ai cittadini di fare “scelte sui contenuti del programma e di portare il Paese fuori dalle secche della impossibilità di governare con efficacia una situazione di grande difficoltà e profonda crisi”. Il Cavaliere sottolinea l’urgenza di una riforma in senso presidenziale: “Non ci sono tempi in più. Qualcuno ha detto che basta un minuto per prendere una decisione una volta che la decisione sia positiva”.

Secondo Alfano è “la più grande modernizzazione del sistema istituzionale italiano. Dobbiamo fondare la Terza Repubblica, che non può fondarsi sulle alchimie della Seconda. Deve essere passo avanti. Mettere in sicurezza le conquiste di quella, essenzialmente consistenti nel rapporto diretto dei cittadini con il Presidente del Consiglio”.

B. sale al Colle? “Se lo vuole il Pdl…”. La domanda successiva viene da sé, anche perché il destro lo dà un lapsus dello stesso Alfano: “Come dice il presidente della Repubblica… Volevo dire il presidente Berlusconi”. Insomma, si candiderà al Colle? Il Cavaliere risponde: “Farò quello che mi chiederà il Pdl. Io farò quello che mi chiederà di fare il Popolo della Libertà. Sono ancora qui perché sono stato eletto e resto fino alla fine della legislatura”. E aggiunge: “”Non è una mia ambizione, ma cisono responsabilità a cui uno non si può sottrarre”. Una cosa è certa: non sarà lui il candidato alla presidenza del Consiglio nel 2013: “Confermo di aver discusso all’interno del Pdl e ho detto di non preferire di non essere io il candidato del Pdl nella federazione per il ruolo del presidente del Consiglio”.

“Pronti a parlare di legge elettorale”. Ma perché questa proposta proprio ora? “Era nostro dovere approfittare della possibilità di un governo tecnico che continuasse il lavoro che avevamo iniziato anche rispondendo alle richieste dell’Ue – chiarisce Berlusconi – per fare incontrare maggioranza ed opposizione ad un tavolo e fare le riforme”. Il momento, aggiunge, è propizio per lavorare alle riforme costituzionali, approfittando di “tre fortunate coincidenze: la prossimità della fine della legislatura, la scadenza del mandato di un eccellente presidente della Repubblica, il cui sistema di elezione non si può cambiare in corso di mandato, e il fatto che la prossima settimana in Senato si cominci a discutere della riforma della Costituzione”. Un passaggio che dà l’opportunità all’ex presidente del Consiglio di tornare sull’addio al governo, a novembre: “Abbiamo lasciato il governo perché ci era parso necessario lasciare il posto ad un governo tecnico che avrebbe consentito un incontro tra maggioranza e opposizione ad un tavolo per arrivare in un tempio rapido una trattativa circa i cambiamenti istituzionale per il Paese e una riforma della Costituzione”. Diventa così più facile anche discutere di legge elettorale: “Siamo a disposizione e dico agli amici della opposizione che se dovessero accettare la profonda innovazione della architettura istituzionale che proponiamo saremmo disponibili a seguirli sulle loro idee anche sul sistema elettorale”.

“Il Pdl è un partito saldo”. Berlusconi vuole evitare domande su casi specifici delle elezioni. In particolare spiega esplicitamente di non voler rispondere sull’esplosione del Movimento Cinque Stelle a Parma e di un possibile parallelismo tra lui e Beppe Grillo (“No, no. Noi siamo all’opposto” si limita a dire). Tuttavia parla dello stato di salute del Pdl: “Un partito saldo, compatto, che non si scioglie e non si divide e resterò in campo come presidente del Popolo della libertà”.  Nessuna altra risposta sul futuro del Pdl. Direttori, azzeramenti, scioglimenti… I giornalisti chiedono ma Berlusconi non si sbilancia, rimandando i prossimi annunci a un nuovo incontro con la stampa: “Parleremo di ciò che possiamo fare per il rinnovamento del Pdl in una prossima riunione e in una prossima conferenza stamapa”. Idem il segretario Alfano: “Il Pdl si riunirà e discuterà e faremo tutto ciò che è nell’interesse del Paese”.

La “Federazione per l’Italia”. Sulle prove di avvicinamento dei moderati Alfano replica sicuro: “A noi non risultano veti. Il nostro leader è Silvio Berlusconi, noi abbiamo una forza che come tale va considerata. A noi non risultano veti di natura personale da Casini, ma solo ragionamenti politici anzi, lui ci richiama ad un’alleanza sui contenuti mente Montezemolo nella lettera sul Corriere non faceva riferimenti personali”. E le liste civiche d’appoggio? “”Io non posso escludere iniziativedi altri e quindi se ci saranno liste civiche nel centrodestra non ci sarà nessuna preclusione”. “Nelle prossime settimane – ha rivelato Alfano – annunceremo le nostre proposte per la Federazione per l’Italia”.

Bersani: “Insostenibile leggerezza di proposte”. C’è anche una prima reazione dal centrosinistra. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani sottolinea: “Non posso non vedere insostenibili leggerezze di proposte” contraddistinte da “protagonismi e personalismi e sganciate dai reali problemi del Paese”. Per il leader dei democratici la priorità, ora, “è traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Siamo in una situazione tesa e complicata”. E su Berlusconi candidato al Colle? “Io non ho mai pensato che andasse al mare…”. 

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