A rappresentare Agusta Westland in Sudafrica era un latitante. Precisamente Vito Roberto Palazzolo, considerato il tesoriere di Totò Riina, arrestato lo scorso 31 marzo mentre si trovava a Bangkok. O meglio questa è la vicenda che racconta Francescomaria Tuccillo, ex manager di Finmeccanica in Africa. Parla di una missione fatta nel 2009, quando la società di Giuseppe Orsi avrebbe spedito a un incontro ufficiale proprio l’ex latitante, che si presenta con il nome di Robert Von Palace ma in quelle zone è “famoso”. Capofila della delegazione del governo italiano fu l’ignaro vice-ministro Adolfo Urso, poi fondatore dell’associazione FareItalia.

Chi è Palazzolo. Il nome di Palazzolo, ritenuto il cassiere di Cosa Nostra, è emerso per la prima volta nella storica indagine “Pizza Connection” che negli anni Ottanta accertò il ruolo centrale della mafia siciliana nella raffinazione e nel traffico di eroina, i cui proventi vennero in larga parte riciclati dallo stesso Palazzolo. Amico del conte Riccardo Agusta, figlio di Corrado, l’ex magnate degli elicotteri, a lui Palazzolo avrebbe venduto, verso la fine del 1999, anche le sue proprietà, venendo al contempo nominato amministratore del patrimonio grazie ad un contratto da “consulente”. Palazzolo, da tempo latitante in Sudafrica con il nome di Robert Von Palace Kolbatschenko, è stato arrestato il 31 marzo in Thailandia dopo essere stato condannato a 9 anni per concorso in associazione mafiosa. 

Il racconto di Tuccillo. Tuccillo è attualmente dirigente a termine di Finmeccanica e allora era direttore dell’ufficio del gruppo di Nairobi, come responsabile per l’area dell’Africa subsahariana: “È importante quel viaggio che ci fu nel 2009 organizzato dal viceministro Urso”, spiega al Fatto. Secondo il suo racconto, tutto da verificare, “c’è stata una missione che abbiamo fatto in Angola. Lì è stata un po’ una svolta. Urso organizza sotto l’ombrello del cosiddetto piano Africa, lui così lo aveva chiamato. C’era un piano del governo italiano per rilanciare lo sviluppo dell’Africa sub-sahariana”. Nella missione in Angola , continua Tuccillo, parteciparono diverse imprese italiane, tra cui Selex e Agusta. “Il punto di svolta è stato che in quella sede mi hanno detto che c’era Palazzolo, presentato da Agusta, che lo ha introdotto a tutte le aziende lì, dicendo che lui era un ottimo agente, che loro lo conoscevano, ci lavoravano da tempo”.

Alla domanda se lo avesse conosciuto o meno, Tuccillo afferma: “Non sono sicuro ma ricordo che a pranzo nell’albergo qualcuno a un certo punto me lo presentò. Invece qualcun altro addirittura ha il bigliettino da visita dove lui ha scritto a penna il suo nome cognome e numero di telefono del Sudafrica. Quindi basta fare una perizia grafica e scopri che è lui”. Poi puntualizza anche che “Urso forse non lo sa neanche… lui è venuto lì, non è uno che si è iscritto nelle liste. Io ho controllato, nelle liste non c’è”.

Urso: “Non ricordo né Palazzolo né Tuccillo”. In effetti l’ex viceministro Urso conferma di aver partecipato a quell’incontro, ma non si ricorda né di Palazzolo né di Tuccillo: “Era un incontro organizzato con Confindustria – dice – c’erano una cinquantina di imprese, non ricordo con esattezza i partecipanti. Certamente non ricordo nessun Robert Von Palace né Roberto Palazzolo. Ricordo invece la presenza del rappresentante di Finmeccanica. Ma non di Tuccillo”.

“Il vicepresidente mandò un altro per Agusta”. Ma a conoscerlo sarebbe, sempre secondo Tuccillo, Patrick Chabrat, vicepresidente di Agusta Westland e direttore commerciale per la società per l’Africa subsahariana, con ufficio a Cape Town. “Chabrat manda un altro rappresentante di Agusta, ma lui non è venuto. Ce lo ha presentato Palazzolo in Sudafrica”. 

Il coinvolgimento di Vithlani. Poi l’ex manager Finmeccanica attacca anche sullo scandalo Carroccio: “Io non so niente della Tanzania, di Belsito e della Lega, però so un sacco di altre cose. In Tanzania mi sono trovato dal ministro della Difesa, lui a un certo punto mi chiama e mi dice senti qua dobbiamo ripulire questa situazione Agusta perché è uno schifo. A parte che sono caduti due elicotteri, ma poi questo personaggio che loro c’hanno qui è un malefico corruttore che noi stiamo cercando di arrestare e quindi fino a quando voi rimarrete legati a questo signore noi non possiamo neanche più invitarvi. È un delinquente”. Si riferisce a Shailesh Vithlani, coinvolto in uno scandalo di presunte mazzette nell’ambito di un affare per l’acquisto di radar: vicenda conclusa con il pagamento di una multa di 500mila euro. Secondo la sua versione Tuccillo avrebbe segnalato la situazione anche a Chabrat come pure a Finmeccanica.

“Poi mi scrive addirittura il capo della polizia della Tanzania. Mi dice io devo comprare gli elicotteri, non li compro perché c’è questo delinquente di mezzo. Quindi venite qui da soli senza agenti. Quindi anche lì io scrivo. Poi quali sono i risultati? I risultati sono che intanto Chabrat dice no. Ma quello è una persona perbene, è stato in questi scandali, ma sarà tutto pulito, ripulito. Non ci sono problemi, garantisco io: fanno un sacco di chiacchiere giornalistiche ma è una persona perbene. Non c’è stato niente da fare, l’Agusta ha preferito perdere il business piuttosto che andare in maniera pulita direttamente dalle istituzioni”.

Nella tarda serata di martedì 24 aprile, Il Fatto ha chiesto un commento a Finmeccanica sulla partecipazione di Palazzolo al meeting di Luanda, ma non ha ottenuto risposta anche a causa dell’ora tarda. Siamo disponibili ovviamente a ospitare la versione della società.

di Marco Lillo e Valeria Pacelli

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