Gli incentivi alle energie pulite costano a una famiglia tipo circa 10 centesimi di euro al giorno e, di tutti i costi in bolletta, sono l’unica spesa che garantisce sviluppo, occupazione e tutela dell’ambiente. Il governo, però, ha deciso di tagliarli.

Le rinnovabili oggi costituiscono più dell’1% del Prodotto Interno Lordo nazionale e occupano circa 130 mila persone. Far fuori questo settore vorrebbe dire mettere un segno “meno” davanti ai numeri dell’andamento della nostra economia. Farebbe risalire i costi dell’elettricità nelle ore di picco diurno e aggraverebbe la dipendenza energetica del Paese dall’estero. Ma allora perché procedere in direzione sbagliata contro il benessere di tutti e la possibilità di ripresa del Paese?

Dietro questa strategia apparentemente insensata c’è lo scontro tra due scenari futuri possibili: uno fatto di energia pulita e sviluppo sostenibile; l’altro di fonti fossili, distruzione del clima e potere nelle mani di poche grandi multinazionali. Quest’ultimo scenario è il futuro secondo Enel. L’azienda, per il 30% dello Stato, che fa profitti commettendo reati contro ambiente e salute. E che scarica su noi tutti i costi delle sue scelte disastrose, prima fra tutte quella delle sue centrali a carbone.

Le energie pulite sono l’unico settore in Italia che ha resistito, in questi anni, alla crisi economica. Per questo Enel le teme ed è il primo “suggeritore” di questa manovra sbagliata. Per non far prevalere il profitto sporco del carbone dobbiamo fare luce su Enel.

Entra nella nostra squadra e continua a diffondere tutta la verità su Enel.

Articolo Precedente

Breve storia della politica agricola europea

next
Articolo Successivo

Salvare la Terra con milioni di azioni green Torna la giornata per “mobilitare” il pianeta

next