I sondaggi danno il Movimento 5 stelle in grande ascesa, oltre il 7 per cento, per le prossime amministrative. Un risultato che potrebbe scompaginare l’assetto politico attuale. Tutti i partiti sono in fibrillazione e scelgono la linea dell’attacco senza remore contro il leader del movimento, Beppe Grillo. In vista delle elezioni di maggio, in cui ha annunciato di presentarsi con 101 liste in altrettanti comuni, i pronostici suggeriscono che potrebbe diventare il terzo partito più votato su scala nazionale. E’ già stato terzo alle regionali dell’Emilia Romagna del 2010 (7 per cento), in Piemonte (4 per cento), e alle amministrative del 2011 a Bologna (9,5 per cento) e Torino (5,4 per cento). In alcune città come Rimini la soglia della doppia cifra è già stata superata. Facile quindi prevedere un buon risultato il mese prossimo e qualche decina di parlamentari nel 2013 quando il movimento affronterà il suo battesimo del fuoco, anche a fronte delle prime “epurazioni” che hanno suscitato molte polemiche nella base. Ma il “gradimento” tra gli elettori preoccupa tutte le formazioni politiche, da destra a sinistra, che reagiscono a suon di dichiarazioni al vetriolo. Il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, ai microfoni de ilfattoquotidiano.it definisce Grillo “uno spregevole demagogo di quart’ordine che corteggia i leghisti per conquistare voti e giustifica coloro che non emettono lo scontrino”. Ma l’Elefantino si spinge anche oltre. Secondo lui infatti il comico genovese rappresenta “il male assoluto”, il populista “che spiega agli elettori leghisti che Bossi è innocente e che tutto dipende da un processo mediatico”. Gli fa eco l’ex ministro Altero Matteoli (Pdl) che lo descrive come “un clown, un fenomeno da circo” che, pertanto, non è “nemmeno querelabile”. L’ex ministro del governo Berlusconi aggiunge di trovarsi d’accordo col suo avversario politico Massimo D’Alema (Pd) che aveva parlato del leader 5 stelle come “un personaggio a metà tra il Gabibbo e Bossi“, specchio di chi “ha governato negli ultimi 15 anni”. Non migliora l’opinione nella sinistra radicale, dove per il leader di Sel Nichi Vendola è “un fenomeno mediatico inquietante” e avverte: “Quando ci si affida a urlatori a uomini della provvidenza di solito questi preparano tempi peggiori, non tempi migliori”. Insomma, mentre i sondaggi di Grillo avanzano, i partiti, investiti da un crisi e una sfiducia profonda, fanno quadrato contro il comico genovese di Irene Buscemi, Paolo Dimalio e Manolo Lanaro
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