L’Idv si schiera con la “spia” che denunciò il (presunto) corruttore. L’Udc punta direttamente sul (presunto) corrotto. Il Pd invece candida il suo l’avvocato. È uno strano test politico, quello di Cerveteri, dove il 6 e 7 maggio l’elettore dovrà scegliere se farsi amministrare dalla “spia”, dal “corrotto” o dal suo difensore. Certo, le indagini della magistratura sono ancora in corso, quindi ogni accusa deve essere ancora dimostrata, ma nel frattempo si vota e i ruoli – in campagna elettorale – sembrano definiti.

Nei panni della “spia” – sostenuta dall’Idv, Verdi, Pli, e due liste civiche – c’è il trentenne Alessio Pascucci. Nel 2011 Pascucci denunciò ai carabinieri una storia di mazzette e delibere comunali. Dopo la sua denuncia, nel fascicolo d’inchiesta, tra i nomi degli 11 indagati, venne iscritto anche quello di Lamberto Ramazzotti. È lo stesso Ramazzotti che campeggia sui manifesti elettorali affissi in città: parliamo del candidato sindaco dell’Udc, già Presidente del consiglio comunale, già primo cittadino. Qui il partito scudo crociato corre da solo con l’appoggio delle liste civiche. Diamo un altro sguardo al cast del centrodestra: il Pdl candida Guido Rossi. E anche Rossi è indagato nella stessa inchiesta. Però ha fatto un piccolo passo indietro: il suo partito l’aveva candidato a correre per la poltrona di sindaco, poi per quella più piccola, di semplice consigliere comunale. Il Pdl deve ripiegare su un altro nome: Angelo Galli. “Una scelta dolorosa – commenta Rossi – fatta per un atto di responsabilità nei confronti dei miei concittadini e del partito”. E staccarsi da questa vicenda giudiziaria, per l’elettore di Cerveteri, si dimostra impossibile se pensiamo allo schieramento del centrosinistra: il Pd candida Celestino Gnazi e il cortocircuito, a questo punto, è davvero completo. Gnazi è l’uomo che, fino alla vigilia della sua candidatura, difendeva, come avvocato, il suo sfidante (Ramazzotti, Udc), dalle accuse della magistratura, accuse nate dalla denuncia dell’altro sfidante (Pascucci, Idv). Secondo l’ex avvocato e oggi candidato del Pd “utilizzare la vicenda giudiziaria, tutta da chiarire, per farsi pubblicità nella campagna elettorale è un fatto non ammirevole”. Il riferimento è alla “spia” Pascucci.

Su Ramazzotti, Rossi – e altri nove – è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Civitavecchia. L’atto incriminato, sul quale sta indagando il Pm Lorenzo Del Giudice, riguarda un bando di urbanistica. E’ su questa storia – ormai di cronaca giudiziaria – che si muovono le prossime elezioni politiche: nel 2008, da poco insediatosi, il sindaco del Pd e assessore all’urbanistica, Gino Ciogli, anch’egli coinvolto nelle indagini, predispose un bando con cui chiunque poteva proporre al comune accordi e – in cambio di servizi offerti alla collettività – realizzare progetti di edilizia residenziale e commerciale.

Tre anni dopo scoppia lo scandalo giudiziario.“Il bando – racconta Pascucci, il grande accusatore, che denunciò tutto ai carabinieri – era generico e mal fatto. In commissione giunsero circa sessanta proposte: quasi tutte giudicate non congrue. Furono lasciate in un cassetto per mesi”.

Tra quelle bocciate ne venne presa una e riproposta. Quella della società Cafire srl di Carlo Fondate. L’imprenditore proponeva di costruire una scuola e in cambio, però, un suo terreno avrebbe ottenuto il mutamento della destinazione d’uso. Risultato: aumento di cubatura, per costruire case e negozi (31mila metri cubi per abitazioni, 50mila per negozi), per un affare da 16 milioni di euro. Realizzato in cambio di una scuola che, invece, ne sarebbe costata 4. “Ciogli – dice Pascucci – nonostante il parere negativo del tecnico comunale decise di portare la proposta in consiglio che, compatto, vota a favore”. E qui arriva il colpo di scena, messo nero su bianco nelle denunce che Pascucci presenta in procura: “Qualche giorno prima del voto – si legge nei verbali  – ricevo una strana telefonata da un professionista di Cerveteri, che dice di rappresentare la Cafire, e chiede di incontrarmi con urgenza. In mezz’ora è a casa mia e mi spiega che la società aveva calcolato, nel budget, dei costi per i diversi “step” che l’atto avrebbe dovuto fare in consiglio”. Strani gli step, strano il budget: “A me e ad altri quattro consiglieri della mia area – continua Pascucci – avrebbe riconosciuto 75.000 euro a voto, più un bonus di altri 75.000”. La presunta tangente, da 375mila euro, viene però denunciata ai carabinieri.

“Fingendo di essere d’accordo – racconta il giovane candidato – votiamo la delibera. Per ringraziarmi, il professionista torna a trovarmi e – prima di andarsene – lascia una busta sul tavolo del soggiorno. La consegno ai carabinieri senza aprirla”. Pochi mesi dopo arrivano le perquisizioni nelle case e uffici di 11 persone che secondo gli inquirenti sarebbero coinvolte in un’attività corruttiva che mostrerebbe il legame tra interessi politici e privati. Tra i politici raggiunti da avviso di garanzia anche Rossi (candidato consigliere comunale del Pdl) e Ramazzotti (candidato sindaco Udc) che, all’epoca dei fatti era difeso dall’avvocato Gnazi (candidato sindaco del Pd). Ramazzotti raggiunto al telefono sulla vicenda dichiara: “Sono stato indagato per una promessa di corruzione, fatto che mi vede totalmente estraneo e confido nell’operato dei magistrati”. Pascucci oggi si candida con l’Idv e, come slogan, ha scelto di definirsi “la spia della giustizia e della legalità”.

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