Non è cosa nuova che le notizie siano tanto più interessanti quanto più siano vicine alla pelle del lettore. Non bastano tre Afriche per destare lo scalpore destato il mese scorso dall’incidente costato la vita a 22 bambini, quando un autobus belga si è schiantato in Svizzera in un tunnel. Poi ci sono le immagini, altro evidente spartiacque: le tragedie più seguite sono quelle che portano in dote spettacolari gallerie fotografiche. Per quanto ci sforziamo, il nostro senso di pietà è profondamente razzista. Per le persone, ma anche per gli animali.

E’ di pochi giorni fa la diffusione su larga scala della notizia della strage di cani in Ucraina per epurare le città dai randagi, in vista degli Europei di calcio. Su Facebook immancabilmente spopolano pagine sul boicottaggio dell’evento: fatta la tara dei fondamentalisti, rimangono quelle migliaia di indignati a tempo determinato che sbocciano insieme ai titoli dei giornali. Ma com’è possibile che una società che si nutre indistintamente di maiali, cavalli, mucche, conigli, pecore, caprioli e cinghiali, senza preoccuparsi minimamente di come e dove queste carni vengano “coltivate”, si riscopra d’un tratto così scandalizzata di fronte a una mattanza di cani?

La risposta c’è: il cane ce lo fanno vedere, lì, agonizzante dopo l’avvelenamento. Per decenni le televisioni ci hanno martellato con immagini di cuccioli dalla dolcezza disneyana. Le scolaresche non organizzano visite guidate ai macelli. Il cane c’è anche in centro a Milano, dove il maiale viene avvistato al massimo nella graziosa e profumata forma di hamburger. Tuttavia non c’è dubbio che spetti a noi dare l’esempio di civiltà, a quei barbari degli ucraini che avvelenano i randagi, a quei mostri dei cinesi che i cani se li mangiano.

Eppure io in giro vedo un sacco di gente sfoggiare un Woolrich di vero Coyote. Sarà mica che il coyote è meno cane dei cani ucraini? Eppure qua sull’Appennino si sprecano le trappole e i bocconi avvelenati per volpi e lupi… saranno mica lupi e volpi meno cani dei cani cinesi?
Evidentemente sì. E quanti nell’esercito dei boicottatori degli Europei si sono fatti un giro per Kiev, prima di farsi un’opinione tanto nobile? Magari a Kiev ci sono mamme terrorizzate che hanno paura che il figlio venga azzannato dai randagi. Ma noi non abbiamo foto di bimbi azzannati, sto fantasticando. Sono però convinto che, se arrivassero queste foto, i boicottatori duri e puri rimarrebbero pochi. Basta un altro clic e il gioco è fatto: non mi piace più, gli Europei me li guardo.

Attivismo usa e getta: vale solo per alcuni animali, fuori ore pasto, un tanto al kilobyte a seconda delle immagini disponibili; et voilà, gli italiani in prima linea per combattere i problemi degli animalisti ucraini. Che bella notizia: questo significa che nel mio paese non ci sono più mattatoi, né allevamenti intensivi, né pellicciai. Questo significa che è stata abolita la caccia. E siamo 60 milioni di vegetariani.

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