La pagina Facebook dei No Tav

“Non si può competere con chi detiene i media e può mandare spezzoni di ciò che vuole”. Sono decine i commenti sulla pagina No Tav di Facebook intorno all’aggressione ai due operatori di Corriere Tv, che gli attivisti avrebbero scambiato per uomini delle forze dell’ordine. Ieri la troupe aveva pubblicato online un video in cui un manifestante provocava un agente di polizia. Ma sui social media gli utenti si schierano dalla parte dei giornalisti attaccati.

“Potremmo mandare delle mail di protesta a La7, altra rete a quanto pare serva dello Stato”, lamentano alcuni internauti secondo cui chi si oppone alla costruzione della Torino-Lione è stato manipolato dai mezzi di informazione. Ma c’è chi riconosce che l’errore non è stato nè della polizia, nè dei media, bensì dell’attivista: “Non credo serva, ha sbagliato il tipo delle pecorelle, per avere un po’ di visibilità ha fatto una cazzata, ma qualcuno lo conosce?”. E anche Valerio osserva che “essere tanto presuntuosi da non accorgersi di quello che sbagliamo non ci aiuta a fare meglio”.

Su Twittersul sito No Tav che raccoglie i tweet in tempo reale, tanti utenti si scagliano contro l’aggressione e sottolineano che il movimento, seppure combatta per una causa condivisibile, non deve attaccare i cronisti. “Ok il dolore e la rabbia, ma i giornalisti che c’entrano? #NoTav, che fate, copiate Assad? Bombardare invece di raccontare?”, scrive Chiarafrangi e anche per Lorenzo è impossibile giustificare l’aggressione alla troupe: “#NoTav picchiano giornalisti #tgcom e #Corriere giustificandosi “pensavamo fossero poliziotti”. #alloratuttoaposto! #iosonounapecorella”. Niente scuse per Margherita (“ahiahi questi puri #notav che ti fanno le rappresaglie ai giornalisti del Corriere rei di aver filmato quello sciocchino provocatore #sitav”, osserva). E sono davvero in pochi quelli che, come uomoinpolvere, accusano di guardare il dito anziché la luna: “Mentre la polizia massacra e lo Stato infrange la legge, i “giornalisti” infamano le vittime. Benvenuti nel 1984″. Commenti simili, in Rete, rimangono isolati.

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