“Chi lavora fai morire, questa tassa è da abolire”. È risuonato chiaro tra le mura storiche di Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna, lo slogan di protesta coniato dall’Associazione provinciale albergatori contro la tassa di soggiorno proposta i consiglio. Una protesta però che pare non essere riuscita nel suo intento: fermare un progetto ritenuto iniquo perché la tassa di soggiorno a Bologna ci sarà.

La conferma è arrivata dopo l’incontro tra l’amministrazione comunale e le varie parti, Confeserecenti, Unindustria e Federalberghi Bologna. In una prima fase l’applicazione sarà sperimentale e durerà per tre anni, periodo in cui le casse pubbliche potrebbero incamerare 3 milioni di euro (un milione e mezzo solo nel 2012), e la tassa non verrà calcolata in base alle stelle dell’albergo, ma in percentuale, circa il 3% al netto dell’Iva in base al prezzo della camera.

Secondo il sindaco di Bologna Virginio Merola, si tratta di una scelta che si configura “il più equa possibile, in un momento di necessaria sperimentazione. La variazione del criterio per l’applicazione della tassa varia per tenere in considerazione le offerte che vengono proposte in bassa stagione, le differenze territoriali degli hotel (in centro o in periferia) e permette di prendere in considerazione anche i bed&breakfast”.

Il progetto, in base a quanto ha aggiunto il primo cittadino, potrebbe includere anche la possibilità di decidere con le associazioni di categoria come investire le risorse raccolte basandosi su quanto verrà indicato da tavolo di monitoraggio. Ma anche a fronte di questa eventualità, la reazione da parte degli operatori economici è di critica, se non di vera e propria contrarietà. Tra i più morbidi, per quanto non favorevoli, Confesercenti e Unindustria mentre nessuna apertura giunge dall’Associazione provinciale albergatori di Bologna.

“A nostro avviso”, dichiara Celso De Scrilli, presidente dell’associazione, “il problema principale sta nel fatto che Bologna a oggi è l’unica città dell’Emilia Romagna che applicherà la tassa di soggiorno. E temiamo che il turismo, già in affanno, ne possa risentire. Non dimentichiamo che il turismo sta già vivendo un periodo di forte crisi e non vorrei che con quest’applicazione si piombasse in una situazione peggiore”.

Che dicono invece gli albergatori? Franco, con 40 anni di esperienza nel settore, dove opera in un hotel a due stelle in città, non nasconde le sue perplessità. “Inserendo questa tassa perché i turisti di tutt’Italia dovrebbero essere incentivati a venire qui?”, esordisce. “Già ora sembra di vivere perennemente in agosto, quando non si vede nessun cliente perché Bologna si svuota, segno che la crisi si sta facendo sempre più dura. E poi si va ad applicare una tassa che anziché aiutare i lavoratori del turismo, mette tutti quanti in ulteriore difficoltà. Trovo sia ingiusto un provvedimento simile in un momento storico così difficile”.

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