Alberto Contador in maglia gialla

Due anni di squalifica per Alberto Contador. Lo ha deciso il Tas di Losanna, che chiude in modo a dir poco sorprendente una vicenda che durava da 565 giorni. Il ciclista spagnolo, 30 anni a dicembre, era risultato positivo al clenbuterolo durante un controllo antidoping effettuato nel luglio 2010, in pieno Tour de France. Contador si difese dalla accuse sostenendo che la presenza della sostanza illecita nel suo sangue era dovuta molto probabilmente all’assunzione di carne bovina contaminata. Insomma, disse che qualche giorno prima aveva mangiato una bistecca evidentemente infetta. L’Uci, la federazione internazionale, non gli volle credere, quella spagnola sì. E infatti Contador continuò a correre e ad accumulare successi. Vinse il Tour de France del 2010 e il Giro d’Italia dell’anno successivo. Due titoli che ora verranno revocati al campione iberico e con tutta probabilità assegnati a chi è salito sul secondo gradino del podio, ovvero il lussemburghese Andy Schleck e l’italiano Michele Scarponi.

C’era chi si aspettava una condanna che potesse accontentare tutti per non accontentare nessuno. Che salvasse cioè le regole imposte dall’Uci, ma anche il buon nome del ciclista, un fuoriclasse indiscusso della bicicletta, una vera e propria multinazionale delle due ruote, tra ingaggi milionari e contratti da favola con gli sponsor. Invece, ecco la notizia che farà discutere e non poco gli appassionati di tutto il mondo. Per Contador, nessuna attenuante e massimo della pena prevista in casi come questo: ventiquattro mesi di stop da tutte le competizioni internazionali. La sospensione dovrebbe scadere il prossimo agosto, perché la sentenza prende in considerazione il periodo che è seguito all’accertamento della violazione.

La Wada, l’agenzia antidoping mondiale, aveva richiesto a gran voce una condanna esemplare ed è stata accontentata. Il Tas non ha fatto sconti a nessuno e ha sistemato i conti con una vicenda che continuava a tenere banco tra gli addetti ai lavori. Perché Contador, come si diceva, non è un ciclista qualunque. Nella sua personale bacheca, figurano due Giri d’Italia, tre Tour de France e una Vuelta. Fino ad oggi, la punta di diamante del team Saxo Bank-Sungard era l’uomo da battere in tutte le competizioni a cui partecipava. Era dato anche tra i favoriti del prossimo Tour de France, al via il 30 giugno, e già si parlava delle sue chances alle Olimpiadi di Londra. Dovrà saltare entrambe le manifestazioni. E magari restituire qualche trofeo che per il Tas ha vinto ingiustamente.

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