In poche ore sono stati travolti dalle polemiche per non avere partecipato al voto sullo ius soli, quel principio che, se applicato in Italia, permetterebbe ai figli di immigrati di acquisire automaticamente la cittadinanza.

E’ successo ai due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, chiamati al voto su una risoluzione di appoggio alle dichiarazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una posizione, quella del Presidente, espressamente a favore dell’estensione del diritto di cittadinanza a tutti i bambini nati sul suolo italiano. “E’ stato un errore di trascrizione, abbiamo già chiesto di correggere il voto”, si difendono i grillini. “Siete ambigui”, attaccano i detrattori, col consigliere regionale di Sel Gianguido Naldi nel ruolo dell’accusatore.

“Purtroppo – spiega Giovanni Favia – votiamo col sistema elettronico solo le leggi, e nel caso delle risoluzioni chi deve contare i voti interpreta la volontà dei consiglieri in base alle loro dichiarazioni, con tutti i possibili errori del caso. Io però – ci tiene a sottolineare – ho dichiarato espressamente di appoggiare con convinzione la campagna per la cittadinanza ai figli degli immigrati”. Il problema, secondo il consigliere, sarebbe nato dopo l’interruzione dei lavori dell’assemblea regionale, poi ripresi il 17 gennaio 2012 con un suo secondo “colloquio” nell’ufficio di Presidenza e non rivolto a tutta l’assemblea regionale in cui dichiarava di non votare “ordini del giorno e mozioni da teatrino della politica”. “E così – conclude Favia – ci siamo trovati in questa situazione, attaccati dalla sinistra che evidentemente non sa più dove sbattere la testa”.

Non la pensa così il consigliere regionale di Sel Gianguido Naldi, che incalza i grillini sulla propria pagina facebook con un post che registra molti apprezzamenti e che accusa i due consiglieri del Movimento 5 Stelle di assecondare, col loro non voto, “le paure, le discriminazioni e le chiusure nei confronti dei più deboli”. “Sono sicurissimo di quello che dico – spiega Naldi –  loro non hanno votato e sono andati in presidenza a dire che dovevano essere considerati come non partecipanti al voto”. Poi l’attacco: “Tutte le volte che Favia è chiamato a rispondere sull’argomento cittadinanza, ecco che si defila, che assume un atteggiamento ambiguo. Forse deve tenersi buoni i voti che prende da destra”. Di certo tra i due consiglieri non corre buon sangue, e le polemiche – in aula o via Facebook – abbondano. A cominciare da un battibecco datato 24 novembre dove Naldi accostava le posizione di Favia sull’immigrazione a quelle della Lega Nord. “Sei un bugiardo”, fu la risposta.

Per Naldi dunque quello di Favia sarebbe stato un dietrofront dovuto a motivazioni di esclusivo calcolo politico. Per il grillino invece si tratterebbe di un semplice disguido tecnico. Nel frattempo, aspettando i verbali dell’ultima seduta che potranno aiutare a chiarire meglio la vicenda, parte l’attacco ai quotidiani che “hanno detto il falso”. A riprova il consigliere regionale fornisce la trascrizione completa della 61esima seduta del consiglio regionale, quella datata 6 dicembre. “Annuncio, dunque, il voto favorevole in maniera convinta alle risoluzioni e all’adesione alla campagna”, si legge nel primo intervento di Favia. E poi ancora: “Ribadisco dunque il voto favorevole”.

Il problema, a quanto è dato capire, sta nell’interruzione di una discussione assembleare poi ripresa a gennaio, e nelle incomprensioni che possono esserci state. “Si vede che il tempo non ha portato consiglio”, spiega sornione Naldi. ,“Ho già chiesto – fa sapere Favia – di correggere la registrazione del voto. C’è stata un’incomprensione dovuta a un arcaico sistema di votazione che ormai da un anno chiedo di cambiare”. “Tra l’altro su questo argomento – aggiunge il consigliere – non pensavo nemmeno fosse assolutamente necessario consultare la base. Certo sarebbe stato bello, ma non possiamo convocare ogni volta un’assemblea. Usiamo la Costituzione come bussola, e la proposta del Capo della Stato ci sembrava solo di buon senso”.

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