Da tradizioni a “corporazioni”: questa l’analisi del premier Mario Monti per sintetizzare la necessità di iniziare con le liberalizzazioni. Il tema sarà all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì. Il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera annuncia che si parlerà anche di “Beauty contest”, poiché non è ancora chiaro come si comporterà il governo Monti di fronte all’assegnazione delle frequenze tv. “E’ mia intenzione rendere partecipe il cdm delle decisioni che intendo assumere”, ha detto Passera durante il question time alla Camera.

Il ministro ha ricordato che il precedente Beauty contest era stato ipotizzato in un momento molto diverso dall’attuale che il Paese sta attraversando, sul piano economico. “Il governo ha il dovere – ha aggiunto – di utilizzare al massimo le risorse dello Stato, attraverso quindi anche una riconsiderazione seria e approfondita delle frequenze messe a gara. Le frequenze – ha detto ancora Passera – hanno valenza strategica ed economica che va attentamente ponderata, “servira’ un’analisi approfondita”. Il ministro ha ricordato che lo stesso ordine del giorno presentato di recente da Gentiloni e accolto dal governo guardava appunto a una attenta verifica delle condizioni del processo di assegnazione delle frequenze. Passera ha quindi detto che “occorre muoversi con la dovuta accortezza”, il lavoro è in via di ultimazione e appunto tra due giorni egli stesso ne illustrerà i risultati al Consiglio dei ministri.

Una nuova versione della bozza-liberalizzazioni sta intanto circolando oggi: in totale è composta da 44 articoli. Ecco le principali novità:

Tariffe professionali. Abrogazione delle tariffe professionali, sia minime che massime”, per rendere libera “la contrattazione tra il professionista e il cliente sul compenso dovuto, favorendo la concorrenza e portando così vantaggi al consumatore”.

Farmacie. Nell’articolo 14 della bozza si legge che “possono svolgere la propria attività e i servizi medici aggiuntivi anche oltre i turni e gli orari di apertura”. I medici di famiglia saranno obbligati, salvo particolari situazioni, a specificare nella ricetta medica l’eventuale esistenza del farmaco equivalente: “Il medico, salvo che non sussistano ragioni terapeutiche contrarie nel caso specifico inserisce in ogni prescrizione medica le seguenti parole: ‘o farmaco equivalente se di minor prezz0’, ovvero specifica l’esistenza del farmaco equivalente”. Federfarma ha convocato un’assemblea delle farmacie italiane per venerdì 20 gennaio.

Benzinai e prodotti non Oil. I gestori degli impianti di distribuzione dei carburanti titolari anche della relativa autorizzazione petrolifera possono liberamente rifornirsi da qualsiasi produttore o rivenditore. Lo prevede la bozza del decreto liberalizzazioni, che consente anche “aggregazioni di gestori di impianti di distribuzione di carburante” e la vendita ai distributori anche di alimenti e bevande, quotidiani e periodici e tabacchi.

Assicurazioni. Il ministro Corrado Passera ha anticipato che “norme per frenare i costi delle assicurazioni Rc auto saranno contenute nel decreto sulle liberalizzazioni”. Resta invece da sciogliere, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, il nodo legato alla liberalizzazione dei servizi di Poste italiane.

Scorporo Eni-Snam. Entro sei mesi dall’entrata in vigore del dl liberalizzazioni il governo dovrà emanare un Dpcm (Decreto presidenza Consiglio dei Ministri) per la separazione di Snam Rete Gas da Eni. La separazione dovrà poi essere realizzata entro 24 mesi dal Dpcm. Da Londra, Mario Monti assicura che il Consiglio dei ministri affronterà la questione di come “separare” il mercato della produzione e distribuzione del gas. Lo ha detto il premier Mario Monti da Londra, sottolineando che è ancora “da definire” come si interverrà, ma rimarcando che il governo vuole “andare in quella direzione”.

Ccnl per imprese ferroviarie. Non c’è più l’obbligo, per le imprese ferroviarie e per le associazioni internazionali di imprese ferroviarie che operano in Italia di osservare i contratti collettivi nazionali di settore, anche con riferimento alle prescrizioni in materia di condizioni di lavoro del personale. Lo prevede la bozza del dl liberalizzazioni, in base alla quale resta ferma invece la prescritta osservanza della legislazione nazionale e regionale.

“Non si possono liberalizzare solo alcuni settori, l’azione di apertura deve procedere a 360 gradi”, recita la relazione introduttiva alla bozza. “Si prospetta in sostanza la necessità di una politica economica che abbandoni progressivamente la logica del sussidio alle imprese come anche l’idea di poter utilizzare l’amministrazione come strumento improprio per lenire disoccupazione o comunque immettere risorse nel sistema. Gli stessi fattori rendono urgente promuovere le condizioni per una ripresa basata essenzialmente sullo sviluppo di autonome attività d’impresa: la liberalizzazione dell’economia rappresenta dunque una via ineludibile per il Paese, se vuole uscire dalla crisi rinsaldando i suoi fondamentali economici di struttura”.

Quindi nel mirino del Monti non ci sono solo specifici settori, ma l’intero sistema economico. Ma anche oggi i tassisti sono sul piede di guerra: riuniti al Circo Massimo a Roma, hanno elaborato un documento scritto indirizzato al Governo. La bozza-liberalizzazioni cita anche statistiche elaborate da organismi internazionali come Ocse, World Bank e Fmi che “convergono nelle valutazioni attinenti all’Italia considerato un Paese in cui l’iniziativa economica privata è fortemente scoraggiata dal contesto normativo e dall’atteggiamento dell’amministrazione, non ultima quella fiscale, i processi decisionali pubblici relativi all’avvio di nuove imprese e all’autorizzazione delle grandi opere sono farraginosi; la giustizia civile a causa della lentezza dei processi, ostacola il corretto funzionamento dei mercati”. E chiude sui privilegi: ‘Il quadro economico internazionale, il livello del debito pubblico, la crescita al rallentatore non consentono più al Paese sacche di privilegi e rendite di posizione”.

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