Lorenza Lei, Paolo Garimberti, Sergio Zavoli

L’integrazione delle redazioni di Rainews con Televideo, la riduzione delle sedi estere, la cessione di immobili non operativi. Sono solo alcune delle misure approvate all’unanimità dal consiglio di amministrazione (cda) della Rai. Misure che dovrebbero consentire risparmi a regime per 85 milioni di euro in grado di mettere un freno al passivo previsto per il prossimo anno. A Viale Mazzini si è discusso anche del rinnovo del contratto per i diritti sportivi in chiaro. Le richieste dalla Lega Calcio sono considerate eccessive e, se non diminuiranno, ‘Novantesimo minuto’ verrà tagliato. Per ora è certo che un altro programma storico non verrà più trasmesso: ‘Mi manda Rai3’, ma questa volta per gli ascolti non positivi.

La Rai precisa che le misure si aggiungono alla manovra di 70 milioni di euro varata a maggio 2011, saranno seguite da altri interventi nel budget 2012 e troveranno completamento nel Piano industriale 2012-2014 in fase di predisposizione. Le sedi estere passeranno dalle 15 attuali a 9: verranno chiuse Madrid, Istanbul, Nairobi, Mosca, Buenos Aires e Beirut, mentre resteranno operative Berlino, Bruxelles, Il Cairo, Gerusalemme, Londra, New York e Washington, Parigi e Pechino. Un’agenzia esterna fornirà, invece, il supporto logistico ai corrispondenti.

Tra gli interventi, oltre all’integrazione delle testate giornalistiche Rainews e Televideo, il taglio della produzione di Rai Italia, destinata agli italiani all’estero, che proporrà il meglio dell’offerta dei canali generalisti e specializzati. Risparmi dovrebbero essere garantiti anche da interventi sull’utilizzo delle riprese esterne e da una rivisitazione delle policy aziendali.

Plaude all’unanimità della decisione il consigliere Antonio Verro, mentre il collega Giorgio Van Straten chiede che “con la nuova situazione politica si proceda il più possibile con scelte condivise”. “Le misure rappresentano un primo indispensabile passo sulla via del risanamento ma non sono ancora sufficienti”, sostiene invece l’altro consigliere Nino Rizzo Nervo.

“Non accetteremo tagli al prodotto. Men che meno mentre proseguono sperperi altrove”, è la prima reazione del sindacato Rai (Usigrai) che chiede un incontro urgente all’azienda. Secondo il segretario della Slc Cgil, Emilio Miceli “si taglia il prodotto diminuendo la qualità della offerta, anziché intervenire sulle collaborazioni” che rappresentano “un’area discrezionale al servizio della politica”.

Sul tema dei diritti sportivi, la Rai precisa che “sono ancora in corso complesse trattative con la Lega Calcio”. I consiglieri hanno ritenuto eccessiva la richiesta della controparte che per i diritti in chiaro per il 2012-2015 chiede 25 milioni di euro. Se non ci sarà una riduzione della richiesta, l’azienda pubblica potrebbe decidere di conservare i diritti per ‘La domenica sportiva’, tagliando ‘Novantesimo Minuto’, ‘Stadio Sprint’ e ‘Sabato Sprint‘. La decisione sarà comunque presa entro i primi dieci giorni di dicembre.

Il cda si riunirà nuovamente giovedì prossimo e all’ordine del giorno tornerà un piccolo pacchetto di nomine: Carlo Nardello per lo Sviluppo strategico, Valerio Fiorespino alle Risorse televisive e Giancarlo Biacca alla vicedirezione Abbonamenti.

Intanto non si placa la polemica sul calo di ascolti del Tg1 guidato da Augusto Minzolini che ieri si è fatto superare dal Tg3 di Bianca Berlinguer. ”Su alcuni giornali di oggi al di là di una montagna di imprecisioni si fanno delle affermazioni gratuite oltreché non vere”, ha precisato Minzolini. “Si parla di crollo degli ascolti del Tg1, ma sabato scorso nelle edizioni delle 13.30 il mio Tg ha avuto uno share superiore al Tg5 del 9,4% e la sera del 3,9% – ha scritto il direttore in una nota -. La domenica alle 13.30 un 9,3% rispetto al Tg5, mentre la sera per via di un traino che ci ha lasciato all’8% abbiamo, com’è noto, perso di quattro punti. Ieri abbiamo vinto sia al mattino che alla sera. Ancora più stupefacente è anche la storia della sconfitta subita da parte del Tg3: intanto perché in termini di ascolto il Tg1, anche nelle condizioni date, ha avuto più telespettatori del Tg3; in secondo luogo perché il risultato del Tg3 è stato determinato dalla programmazione su Raiuno in quell’orario di quella trasmissione di commento al Gran premio di Brasile, di cui il sottoscritto non ha colpe, che ha registrato il 7% (normalmente l’Eredità raggiunge uno share del 23%) e che ha fatto sì che una parte della platea si trasferisse su Raitre”. Insomma, Minzolini non ci sta ad assumersi le colpe di un tracollo considerato naturale conseguenza del cattivo traino del Gran premio e nonostante per lui sia già pronta la direzione di Panorama, pare non volersi schiodare dalla poltrona del Tg1. Ma l’appuntamento è solo rinviato a metà dicembre quando si aprirà il processo per le note spese e la Rai sarà parte civile.