Dieci anni, anche undici: sono sbarcato in Italia poche ore prima del 1° gennaio 2001 e avrò vissuto ben undici anni “sotto Berlusconi”. Chi l’avrebbe mai detto, per un piccolo parigino come me.

Pare sia arrivata the end in queste ore. Bon. Però dal conto alla Banca Rasini fino agli affari Mondadori, Mills e tanti, tanti altri, con il bonus-track “bunga bunga” da vero campione intercontinentale, niente lo ha fatto spostare di un millimetro da 20 anni. Niente e nessuno, né a sinistra né a destra – principale vittima politica o no? – l’ha cacciato a pedate, come sarebbe stato di buon gusto fare, né è riuscito a obbligarlo a rassegnare le dimissioni: “Beh, è ancora lì?!?”… una frase che in qualsiasi altro Paese del Gqualcosa sarebbe stata pronunciata pochi secondi dopo la pubblicazione del titolone nella stampa. A vasta scelta tra tanti: uno per truffa allo Stato? Uno per corruzione giudiziaria? L’ultimo o penultimo per favoreggiamento della prostituzione featuring minore? Ce ne sono stati a volontà, che nemmeno Chávez o Ahmadinejad.

In questo momento ho un pensiero emozionato per i ragazzi nati dal 1985 in poi. 7 anni nel 1992, 9 anni nel 1994, 18 anni nel 2003. E adesso di cosa li nutriamo questi qua?

“Senza Berlusconi”: è sparito il nemico? Ma intendiamo dell’eletto o degli elettori?

Un anno fa è successo forse il peggio, a livello di quotidianità (berlusconiana, pure, se vogliamo) quando è scoppiato il caso “bunga bunga”: dovrebbe esser crollato tutto il paesaggio televisivo italiano: “Ma come? Lele Mora, principale fornitore di “patonze”al potere è lo stesso che fornisce le ragazze alla tivù e con i stessi metodi? Con la stessa deontologia? Dunque?! Ma allora cosa sto guardando, magari assieme ai miei figli, tutto il santo giorno??”

E l’icona Ventura che ballava sul palco di Arcore? E Tizia che passerebbe per una santa perché “non l’ha data”, ma solo perché non valeva il prezzo che stimava di ottenere. A livello di occupazione del piccolo schermo si tratta sicuramente di oltre il 50% di occupazione dei programmi. E forse tornano i conti anche lì. Ma poi è cambiato qualcosa? Rete 4 c’è ancora? Con Emilio Fede – quello che già truffava assieme a Briatore –, pure? Ah.

La cosa la più triste da capire si legge sui titoli esteri: “I mercati aspettano le dimissioni di Berlusconi”. Non gli italiani: comunque B. cadrà e non sarà stato battuto sul campo. Il riscatto morale, il segnale di resistenza civica, non ci sarà stato: non sarà stato questo il vincitore dell’ultima battaglia, oggi, contro questo potere deviato.

Datemi pure una cinquantina di punti Godwin, ma non posso non pensare alla situazione in Francia 70 anni fa, per via della «digestione»: 4 anni di occupazione, mai assunta né giudicata a livello d’«inconscient collectif»; a differenza dell’Italia che allora, pur essendo dentro fino al collo, ebbe i partigiani (noi solo pochi eroi) e un gesto finale tragico ma pesantissimo: qualcosa da meditarci su per 100 anni. Mentre in queste ore qualcuno sta cacciando B. tramite i mercati, e sulle macerie italiane ha previsto di mandare ispettori ogni tre mesi, in perfetta configurazione Piano Marshall 2.0.

La Storia non potrà registrare che gli italiani un giorno avevano detto a Berlusconi: «Senti, ora basta, ti abbiamo eletto per un sacco di tempo e c’hai fatto divertire tanto, sei stato uno di noi e poi il primo di noi, perché l’abbiamo voluto… evvabuò, ‘scelto’ forse un po’ meno che ‘voluto’ per via delle tue tivù, ma ci piaceva e ci piacevi… però oggi abbiamo altro da fare e da pensare… hai perso appeal, dici troppe caz…, hai troppi affari che c’entrano ben poco con il ‘fai da te’ di sopravvivenza base, e quello che rappresenti non lo vogliamo più vedere… sei andato troppo oltre, non ci proteggi più nemmeno con le tue parole, e nemmeno fai finta… noi dobbiamo guardare altrove e avanti, risolvere un bordello di cose e mangiare… affrontare una crisi che c’è eccome, che il mese ormai finisce il 12…» ecc ecc.

Niente.

La destra oggi non c’è (dico quella vera, che sarebbe forse quella di Travaglio?) e la sinistra fa abbastanza pena: concretamente, l’unico suo risultato recente è di aver portato a termine l’allevamento di un “puro sangue” post-berlusconiano (la dialettica, signori).

No, l’Italia senza Berlusconi non riesco a vederla “viva”, adesso, oltre alle singole gioie.

Qualcuno o qualcosa dovrà fare da “metadone”. Una roba tosta.

E cosa sarà?

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