Ventun giorni per liberarsi della dipendenza dal gioco d’azzardo. In un agriturismo trasformato in una sorta di clinica. Il progetto avveniristico, avviato per la prima volta in Emilia Romagna, con il contributo della Regione si chiama “Pluto” e partirà tra qualche settimana grazie al Centro Sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia. In un agriturismo, ubicato in una località tenuta appositamente segreta della provincia di Reggio, un massimo di quindici persone colpite dalla dipendenza dal gioco d’azzardo si cureranno gratuitamente con una nuova tecnica americana.

“Si tratta di un trattamento intensivo – spiega il presidente della Onlus Papa Giovanni XXIIII, Matteo Iori – nell’arco di tre settimane gli ospiti della struttura ricevono tutte le istruzioni per poter affrontare con la libera scelta, una volta usciti, l’uscita dalla schiavitù del gioco d’azzardo”. “E’ un fenomeno gravissimo che è esploso in maniera esponenziale specialmente con la legalizzazione delle slot machine – spiega Iori – in Emilia Romagna considerando, dove il 7% dei giocatori è problematico ed il 2% è patologico, riguarda almeno centomila persone”.

“Con questa struttura la prima in Regione – spiegano gli operatori – ogni persona sarà seguita da professionisti. Una sperimentazione totalmente gratuita per i giocatori d’azzardo”. Se il volontariato insieme al sistema sanitario cerca di porre rimedio a questa piaga, da parte di chi fa le leggi a livello statale però non cerca di frenare certo questa insensata corsa al denaro facile. “Ci sono fenomeni preoccupanti. Pensiamo al fatto che ora il Gratta e vinci viene offerto ai banconi delle Poste. In primo luogo alle persone anziane. Il governo Berlusconi poi ha varato una nuova normativa che permetterà la cosiddetta Lotteria della Spesa. A chi fa la spesa nei supermercati sarà offerto di lasciare il proprio resto da giocarsi in una lotteria con valore massimo di 5 euro a giocata. In quanti ci cadranno e divoreranno man mano ogni anno centinaia di euro in risparmi ?”, si chiede Iori.

Ma chi sono i giocatori d’azzardo? Persone che mettono a rischio la loro vita, i loro risparmi e la sussistenza delle loro famiglie, inghiottiti dalla  ingannevole illusione del guardagno facile. Una vera piaga figlia del consumismo più sfrenato, che secondo le statistiche colpisce in primo luogo chi gioca con gli apparecchi (55,6%), ma anche i giochi online a distanza (8,8%) fenomeno questo in forte e problematica ascesa.

L’Emilia Romagna è la quarta regione in Italia per la spesa annuale in gioco d’azzardo con 5,8 miliardi di euro, preceduti solo da Lombardia prima con 13,7 miliardi, Lazio (8,4 miliardi), Campania (8 miliardi).

“A fronte di una contrazione dei consumi famigliari negli ultimi anni, è però cresciuta la voglia di giocare nella speranza dei colpi di fortuna” spiega Iori. Ed infatti a cadere nella trappola sono soprattutto le persone con più problemi economici che poi dilapidano tutti i loro averi. Il 12% dei giovani giocatori è poi a rischio dipendenza. “C’è chi si gioca tutto il suo stipendio” denuncia Iori.

“Nei primi dieci anni del nostro servizio aperto tra Reggio e Modena – continua il presidente della Papa Giovanni XXIII – abbiamo aperto 5 gruppi, ricevuto richieste di aiuto da oltre 900 persone, prendendoci a carico oltre 500 cittadini”. Un fenomeno di dipendenza che sta superando anche quello della droga e dell’alcolismo.

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