L’incontro fra il fotovoltaico e i terreni agricoli, fortunatamente, non avviene solo attraverso quegli scempi che vediamo sempre più spesso ai lati delle strade e delle autostrade, dove ettari di terreni liberi e agricoli vengono occupati da distese più o meno vaste di pannelli. Sì, è vero, meglio quelli che una centrale nucleare, o a carbone. Ci mancherebbe. Ma c’è chi ha deciso di andare oltre, installando appunto pannelli su tetti e tettoie che rappresentano un prezioso spazio inutilizzato. Il tutto proponendo addirittura un cambiamento radicale nell’approccio con l’agricoltura, l’economia e la stessa produzione di energia.

Sono i membri di “Coltiviamo il sole”, uno dei progetti più intelligenti e innovativi nati in questi ultimi anni in Italia, che guarda all’economia reale e locale, cercando di soffocare sul nascere ogni tipo di speculazione. Questo progetto è nato dall’associazione Solare collettivo di Racconigi, in provincia di Cuneo, già nota per “Adotta un kilowatt”, l’incredibile esperienza che già dal 2007 permette la costruzione di impianti fotovoltaici attraverso delle sottoscrizioni collettive, e che per il successo ottenuto ha portato alla costituzione della Cooperativa Elettrica Retenergie.

Obiettivo principale è la “democratizzazione dei meccanismi di produzione di energia elettrica”, oltre che il rafforzamento del legame tra agricoltori e cittadini. In particolare, il progetto “Coltiviamo il sole” ha lo scopo di promuovere la costruzione di impianti fotovoltaici in aziende agricole e agrituristiche; la partecipazione diretta dei cittadini alla produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso il finanziamento collettivo di impianti fotovoltaici in aziende agricole virtuose; e un nuovo rapporto fra cittadini e agricoltori che generi una relazione stabile e positiva per l’ambiente e le persone.

Oltre a cercare di costituire (o riportare a) un legame stretto con il mondo agricolo, Solare Collettivo vuole diffondere “la cultura per un’alimentazione sana, etica, con prodotti di aziende agricole locali che, rispettando la stagionalità della produzione e i ritmi dell’ambiente, concorrano ad uno sviluppo sostenibile del territorio”. Il tutto coinvolgendo direttamente sia i cittadini che le aziende del territorio stesso, costituendo dei gruppi di persone che finanzino collettivamente la costruzione di un impianto fotovoltaico presso un’azienda agricola o agrituristica.

In concreto, la proposta di Solare Collettivo vede la partecipazione diretta dei suoi soci, che, versando una quota di € 300, 500 o multipli all’azienda agricola, permettono l’effettiva realizzazione dell’impianto fotovoltaico. Si stabilisce così l’interesse sul capitale investito e il numero di anni necessari per la restituzione. L’aspetto più “innovativo” è però che il capitale versato e gli interessi verranno restituiti annualmente sotto forma di prodotti agricoli e/o servizi agrituristici dell’azienda. Il rapporto fra i soggetti è regolato da un contratto specifico individuale che terrà conto di: capitale investito, numero di anni previsto per la restituzione, interesse garantito, tipo e caratteristiche dei prodotti.

Per partecipare al progetto è necessario iscriversi all’associazione Solare Collettivo Onlus, che si occuperà di aspetti quali la promozione e l’organizzazione dell’incontro tra l’azienda e i cittadini, il supporto necessario nella fase di preparazione e stipula del contratto; ma anche il monitoraggio del progetto nel suo divenire, offrendo adeguata assistenza agli aderenti al progetto.

Il primo progetto di “Coltiviamo il sole” è stato realizzato con Lo Puy, un’azienda agricola di montagna che produce formaggi di capra a latte crudo e carne di capra e capretto. Situata in Valle Maira, valle di lingua d’Oc della Provincia di Cuneo, l’azienda nasce alla fine degli anni ‘90 dalla volontà dei meravigliosi coniugi Giorgio e Marta, appassionati di formaggi caprini, di creare un’attività che valorizzasse un mestiere antico come la pastorizia.

Vale la pena andare a trovare Marta e Giorgio. Che, insieme agli entusiasti partecipanti ai progetti di “Coltiviamo il sole” e ai professionisti che installano gli impianti, sono la dimostrazione vivente che, anche in questo particolare momento, un’altra Italia è possibile. Anzi, necessaria.

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