La trasmissione di Persepolis doppiato in arabo tunisino ha provocato un putiferio a 10 giorni dalle elezioni tunisine. I cosiddetti salafiti, ma anche tanti islamisti senza barba, hanno protestato e manifestato.

Ci sono state anche minacce e limitati – per fortuna – episodi di violenza.  Non riesco a valutare quanto siano state massicce le manifestazioni sotto le sedi della potente Tv Nessma, un po’ in tutto il paese: ma certamente è stato un movimento piuttosto massiccio . E’ stato organizzato tramite reti integraliste che non coincidono affatto col partito Nnahda, il partito islamista moderato favorito alle elezioni, il quale anzi si è si è dissociato dalle manifestazioni e soprattutto dalle minacce. Tanto, in ogni caso, gli integralisti più accesi non possono che votare Nnahda, non è in quella direzione che rischiano di perdere voti.

Dopo due giorni il direttore di Nessma, che inizialmente si era presentato come militante della libertà d’espressione, ha fatto marcia indietro, chiedendo scusa per aver trasmesso il film con la sequenza che ha fatto imbestialire gli integralisti. Di cosa si tratta?  Neanche se riguardate Persepolis (capolavoro della regista franco-iraniana Marjane Satrapi) dieci volte ve ne accorgerete. Si tratta  del fatto che a un certo punto del film la protagonista del film, ancora bambina, immagina di parlare con Dio, e il cartone lo raffigura come un bonario saggio con i capelli bianchi lunghi. Una raffigurazione tenera, per nulla sarcastica. Ma nella tradizione sunnita è tabù rappresentare Dio, tanto più in forma di umano. Poco importa che per i musulmani iraniani sciiti questo non sia affatto un problema! In Tunisia c’è anche nella sinistra laica qualcuno che dice che è stato perlomeno inopportuno sfidare questo tabù alla vigilia delle elezioni del 23 ottobre.

Come inquadrare la vicenda? Molto interessanti in proposito le osservazioni del sociologo Fabio Merone, che vive a Tunisi.  Era inevitabile che si aprisse una dialettica anche aspra tra integralisti e laici, una volta saltata la mediazione dall’alto esercitata dalla dittatura. A maggior ragione noi europei – che abbiamo lasciato che le nostre classi dirigenti sostenessero dittature sempre più corrotte, anche se in qualche misura laiche – dovremmo intensificare gli scambi, la presenza e l’apertura per contribuire senza forzature dall’alto al prevalere delle componenti democratiche.

Ps: A partire dalle elezioni che si terranno il 23 ottobre (ma in Italia, per residenti e transitanti tunisini, si tengono il 20, 21 e 22), aiutiamo le forze laiche come il Polo Modernista e i Democratici Tunisini in Italia a spargere la voce.

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