Tim Cook, nuovo ad di Apple

Ce l’ha insegnato Steve Jobs: i dettagli non sono importanti, sono fondamentali. E se mettiamo insieme i dettagli dell’evento Apple di ieri pomeriggio a Cupertino, il bilancio finale non può che tendere al negativo (qualcuno in Rete si spinge a parlare di “catastrofico”). C’era enorme attesa per la presentazione del nuovo iPhone: il 5. L’evento, per la prima volta, era orfano di Steve Jobs che non è – com’era successo per le sue assenze precedenti – “in pausa malattia”, ma non ha più ruoli operativi ad Apple da agosto, quando ha rinunciato al suo ruolo di amministratore delegato per problemi di salute.

Sul palco è salito Tim Cook, il nuovo ad, che si è fatto affiancare da numerosi sviluppatori. L’iPhone 5, mentre il titolo in Borsa cominciava pericolosamente a scendere, non è arrivato. Sono arrivate invece alcune novità del sistema operativo, l’annuncio di iCloud (arriva il 12 ottobre) e un iPhone 4s. Il nuovo melafonino esteticamente è molto simile al modello precedente (il ‘4’), è più potente grazie al microprocessore A5, lo stesso dell’iPad 2; ha una camera a 8 megapixel e un riconoscimento vocale più efficace. Ma non è questo il punto, non è per questo che la Borsa ha fatto perdere alla Mela fino a 4 punti percentuali.

E’, invece, per i dettagli. A Cupertino non hanno mandato l’evento in diretta, come se Cook volesse ‘nascondere’ la sua prima uscita pubblica. Poi si è fatto accompagnare sul palco: Jobs per gran parte della sua carriera non l’hai mai fatto, al massimo ha offerto qualche siparietto con i suoi omologhi di Intel o Microsoft. Infine, le prospettive. Quando Jobs è uscito di scena, da Cupertino si erano affrettati ad rassicurare che nulla sarebbe cambiato. Ma alla prima prova l’azienda non si è dimostrata in grado di realizzare una versione completamente rinnovata del telefono sia dal punto di vista estetico che tecnologico. Che prospettive può avere una Apple così? Tim Cook dovrà spiegarlo presto.

da Il Fatto Quotidiano del 5 ottobre 2011

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