Bruno Vespa

Non accendete quel canale. Chi guarda Rai1 può avvertire strani sintomi: confusione mentale, amnesia dissociativa, senso di smarrimento. Lunedì era il 26 settembre 2011 anche per i telespettatori di Rai1. A loro insaputa, il cardinale Angelo Bagnasco ha ‘scomunicato’ Silvio Berlusconi davanti al Consiglio episcopale italiano: “I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale”.

Un ruggito violentissimo per il linguaggio prudente dei Vescovi. Eppure la notizia, che merita trecento lanci di agenzia, scompare nel servizio pubblico. Per il Tg1, furbi, il cardinale è contro i ‘comitati d’affari’. Comodo: anonimi, mitologici, mai visti. E Porta a Porta era impegnata a scoprire il sesso di un’intercettazione: “Prova o fango?” Ore 17:25, prima Ansa su Bagnasco. Ore 18:30, Bruno Vespa comincia la registrazione. Ore 23, Vespa fa un sondaggio con Clemente Mastella, in collegamento dal Parlamento europeo, e premette: “Le telefonate di un’inchiesta portarono all’arresto di sua moglie”. Detto così, povera Sandra Lonardo, ex numero due in Regione Campania.

Poi nel copione destra-sinistra a favore-a sfavore, c’erano Gianni Valentini (Repubblica), Luca Palamara (Anm), Marina Sereni (Pd), Giorgio Mulè (Panorama) e Maurizio Gasparri (Pdl). Ciak, si gira. I protagonisti recitano a soggetto, intuisci il discorso prima che Vespa passi la parola, già immagini Mastella che insulta i magistrati, Gasparri e Sereni che litigano e poi si stringono la mano. Chi per sbaglio capitava su Rai1 poteva pensare, senza internamenti coatti, che quel puntatone era un reperto storico: tre o quattro anni fa, la differenza è una linea sottile. Forse per l’effetto replica, Porta a Porta ha segnato un modesto 10,9 per cento di share e un milione di italiani, battuta dal film ‘L’Enigmista’ su Italia1.

Ma il telespettatore è sveglio, tira verso la mezzanotte con la speranza che il buon Vespa, svelto a ordinare plastici di Cogne, Erba, Garlasco, Perugia, Avetrana, racconti una scena sconvolgente: la rottura fra la Chiesa e il Cavaliere. E invece, l’ennesimo servizio per sputtanare le intercettazioni: “Dodici persone andarono in galera, l’indagine è finita nel nulla”. L’alba è vicina, a Vespa manca la buonanotte. Sovviene, legge tre righe tre su Bagnasco, e aggiunge: “Anche questi sono motivi di riflessione”.

Nessuno parlava di Bagnasco su Rai1, Vespa poteva stupire: “Le spiego”, dice il giornalista al Fatto. Chiede: “Quando è arrivato Bagnasco? Sei meno un quarto?”. No, mezz’ora prima. “Comunque per noi era tardi. Alla sei eravamo in studio. Che facevo io? Mandavo a casa Palamara e Valentini. Proprio per completezza, siccome mi sembrava eccessivo omettere, io stesso ho chiesto il foglio su Bagnasco in chiusura”. Oggi (ieri, ndr) può rimediare. “Che faccio io? Ho preparato una puntata sui temi economici. Due ore su Bagnasco sono troppe. Quando viene al mio posto, fa le serate che vuole. Ah, poi dite, perde tempo su ‘Ballando con le stelle’. Io vi rispondo con un precario, un pensionato: gente affamata’.

Il discorso di Bagnasco era una grossa notizia o una breve di cronaca? “La domanda mi fa ridere”. (E ride davvero). “Certo, era grossa, tanto”. E perché l’ha confinata in dieci secondi? “Io mi sono letto quattro pagine di Avvenire, il titolo dei giornali sul riferimento a Berlusconi è automatico, ma il cardinale Bagnasco, uomo di grandissima qualità, ha aggiunto numerosi concetti: ‘come colpisce l’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo…'”. Perfetto, una, anzi due puntate di Porta a Porta per assorbire la prolusione del Cardinale. “Non mi sento di essere rimproverato. E stasera (ieri, ndr) non mi sento di smontare un programma economico per Bagnasco. Le sue riflessioni riguardano costume e problemi sociali”.

Rai1, servizio pubblico, può ignorare il capo dei Vescovi? “Io rispondo per me. Per i telegiornali è più facile. Non è vero che in Rai l’informazione è ridotta. È anche troppa, continua”.  E’contento per l’uscita di Serena Dandini? “Una voce in meno è un fatto triste. Io ho solo detto che Parla con me poteva produrlo con le risorse interne. Ho espresso solidarietà a Lotta continua e a il Manifesto“. Nostalgia di Michele Santoro? “Non era adatto al servizio pubblico”. E Augusto Minzolini è adatto? “Arrivederci. Perché le devo attaccare il telefono? Minzolini fa il suo m.. (si capisce mestiere, ndr). Arrivederci”.

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