Noi apparteniamo alla generazione che, nel mitico film “Marrakech Express” di Salvatores, uno dei protagonisti descrive così: “Ma ci pensate? Noi saremo gli ultimi ad avere ricordi in bianco e nero!”.

È il bianco e nero della tv, delle fotografie di quando eravamo bambini, dei nostri genitori, delle cartoline dal mare, alle quali si sono aggiunte, crescendo, quelle della nostra storia recente.
L’immagine dei volti in bianco e nero dei sette fratelli Cervi ci accompagna da sempre nel nostro viaggio alla riscoperta della memoria.

Berlinguer lo ricordiamo in bianco e nero, come Sandro Pertini, e anche di Falcone e Borsellino conserviamo una gigantografia in bianco e nero. Quando siamo smarriti, e capita spesso, basta fermarsi un minuto e
dare una spolverata a questi ricordi per ritrovare la bussola.

Sì, uno sguardo di nostalgia e, a volte, di rimpianto. Però quel voltarsi indietro è sempre stato, allo stesso tempo, una vitale spinta verso il futuro, un incitamento a non scoraggiarsi, ma anche un invito alla ricerca di nuove strade e sperimentazioni, all’applicazione di nuove tecnologie.

Noi, purtroppo, ci siamo ormai abituati ad associare all’idea di progresso, o meglio di sviluppo, la devastazione che hanno fatto del nostro territorio, l’insensata crescita economica basata esclusivamente sul consumo più sfrenato e sullo spreco di risorse. Ma – attenzione – questo non ha nulla a che vedere col progresso… e fa benissimo chi, come noi, ne denuncia quotidianamente gli aspetti più contraddittori.

Oggi la ricerca, le nuove tecnologie, il sapere, ma anche semplicemente il buon senso, ci potrebbero consentire di rendere immediatamente applicabili soluzioni che non sprecano risorse, rispettano l’ambiente e, con esso, l’uomo che lo vive.

Abbiamo sempre cercato, nella storia del nostro circolo (il Fuori Orario di Taneto di Gattatico, Reggio Emilia, ndr), di mettere in pratica le teorie di cui ci siamo fatti promotori. Lo scorso anno abbiamo adottato soluzioni che hanno consentito di risparmiare l’emissione di 39.000 tonnellate di CO2.

Quest’anno, oltre a mantenere le soluzioni applicate (piatti, bicchieri e posate in polpa di mais, soppressione delle bottiglie di vetro con prodotti sfusi, produzione di acqua calda con pannelli solari), inaugureremo il nuovo impianto fotovoltaico e un nuovissimo sistema di illuminazione che permetterà di risparmiare parecchi danni all’ambiente che ci circonda.

È questa la nuova luce. Quella che ci consentirà di vedere tanti nuovi colori. Quella che ci aiuterà a mettere a fuoco, a illuminare, le cose che più ci stanno a cuore. Siamo un circolo. Con i nostri mezzi cerchiamo di offrire, ai soci che ci frequentano, un divertimento fatto di musica, di cultura, di solidarietà e, perché no, di impegno politico.

Abbiamo l’ambizione di voler ridare ai ragazzi la speranza che sia possibile vivere in un mondo diverso, dove il lavoro sia un diritto, la legalità sia un sentimento diffuso, la mafia e la criminalità organizzata siano sconfitte, la solidarietà e l’accoglienza siano una gioia e una ricchezza, la politica sia, prima di tutto, un dovere civico e chi la rappresenta un esempio di onestà, etica e moralità, in modo che venga estirpato per sempre il cancro della corruzione e degli interessi personali.

Abbiamo trascorso un’estate, e sicuramente trascorreremo anche i prossimi anni, immersi in una crisi economica che è frutto di questo sistema, senza che nessun economista, nessun esperto, nessun rappresentante politico abbia posto come pre-condizione il ripristino della “legalità” nel nostro Paese.

Eppure sappiamo, secondo i dati della Corte dei Conti, che la corruzione ammonta a circa 60-70 miliardi di euro all’anno (almeno il doppio delle manovre finanziarie che vogliono far pagare ai lavoratori, ai pensionati, alla povera gente). La criminalità organizzata fa girare un’economia sommersa che, come minimo, è pari a quella ufficiale.

Intanto alla magistratura mancano i soldi per le fotocopie e alle forze dell’ordine i soldi per la benzina. Non sono barzellette: è la drammatica realtà di un Paese allo stremo delle forze.

Può un circolo, dedito al divertimento, che in molti scambiano, ahinoi, per una discoteca e che forse avrebbe convenienza a tacere per tentare di accontentare tutti quanti, dire queste cose?
La risposta è scontata, ovviamente. Certo che può.
Deve farlo.

Sappiamo già che dovremo scontrarci con le tante filippiche dei nostri avversari, perbenisti della domenica e falsi moralisti, gli stessi che inorridiscono quando sentono parlare di legalizzazione e poi vanno a braccetto con il mafioso che, attraverso il commercio di droghe, si procura i soldi per comprare anche loro (per dirne solo una e non voler infierire).

Noi non saremmo noi se non ci impegnassimo. E i nostri ricordi in bianco e nero resterebbero solo delle fredde immagini attaccate alle pareti. Quest’anno, invece, li metteremo sotto una nuova luce, affinché possano risplendere ancora meglio, in un vortice di colori da far girare la testa.
Possibilmente dalla nostra parte.

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