Un momento della fiaccolata NO TAV a Susa

Una lunga notte di attesa quella del popolo No Tav. L’ennesima, forse la decisiva. Sì perché dopo le dichiarazioni del ministro dell’Interno Roberto Maroni (Leggi), al presidio della Maddalena di Chiomonte si è diffusa la certezza che lo sgombero avverrà nei prossimi 3 giorni. Prima del 30 giugno, data ultima per fare partire i lavori del cunicolo esplorativo della linea ferroviaria Torino-Lione. E’ il limite massimo imposto alla Ltf (Lyon-Turin Ferroviaire, la società mista italo-francese che dovrebbe costruire la linea) dall’Unione europea. Se non si darà il via agli scavi, Bruxelles potrebbe comminare un’altra multa e ritirare lo stanziamento di 650 milioni di euro.

Il movimento No Tav ha rimandato al mittente il diktat di Maroni e ha annunciato che il presidio continuerà e, nel caso di intervento delle forze dell’ordine, loro resisteranno. “Ho comprato anche un casco – dice Mimmo Bruno, dei comitati della Val di Susa – perché l’ultima volta mi hanno spaccato la testa a manganellate, ma la nostra sarà una resistenza assolutamente pacifica e non violenta”.

In attesa di sapere quale sarà il loro destino, il movimento contro l’Alta velocità ha organizzato una fiaccolata da Chiomonte fino alla località Maddalena a cui hanno preso parte circa 8mila persone. “Possiamo dire di avere già vinto – dice Alberto Perino, leader dei No Tav – Abbiamo indetto la manifestazione solo 12 ore fa e la risposta dei valsusini è stata come sempre ottima. Ora bisogna solo vedere quanta gente si fermerà a dormire al presidio”.

Il corteo, alla partenza nel centro di Chiomonte, sembra una festa: canti, bandiere, famiglie, qualche gruppo di autonomi del centro sociale Askatasuna di Torino, ma soprattutto tanta gente della Valle. Con l’avvicinarsi al presidio, il clima si fa più solenne, in molti decidono di rimanere per la notte, dato che è per le prime luci dell’alba che si aspetta l’intervento delle forze dell’ordine. E in queste situazioni i numeri contano. “Se saremo almeno in 1500 persone a trascorrere qui la notte – racconta uno dei responsabili della logistica del presidio – la prefettura potrebbe decidere di non far sgomberare, almeno per oggi”.

Secondo diverse fonti, nell’operazione saranno impiegati 1800 agenti. “Sono giorni che li teniamo d’occhio – racconta Marco Scibona, militante del Movimento 5 stelle – I mezzi militari sono parcheggiati nelle vicinanze del presidio in garage sotterranei. Non avere paura sarebbe da incoscienti. Sappiamo che stanno arrivando migliaia di poliziotti, ma siamo coscienti della nostra forza, conosciamo la montagna e resisteremo”.

Massimo Zucchetti, docente del Politecnico, precisa: “Resisteremo in modo passivo e nonviolento. Ultimamente ho preso un po’ di peso, sono arrivato fino a 71kg, non è molto ma un po’ di sforzo dovranno farlo per portarmi via”. Come lui in molti si dicono pronti a sdraiarsi in terra all’arrivo della polizia e aspettare di essere portati via di peso.

D’altronde il presidio della Maddalena è solo un momento della storia dei No Tav che va avanti da più di vent’anni. “Anche se dovessimo essere smantellati, il cantiere non potrebbe comunque partire entro il 30 giugno. Lft ha mandato con troppo ritardo le lettere di occupazione temporanea dei terreni su cui dovrà sorgere il cantiere e i proprietari hanno già fatto ricorso al Tar”. Il movimento anni fa ha acquistato e lottizzato in piccole frazioni una porzione della collina della Maddalena, le procedure per i sequestri sono risultate lunghe e non tutte ancora si sono concluse.

Quindi, sgombero o non sgombero, l’inizio dei lavori è ancora al di là dal venire. Una ragione in più, secondo il movimento, per continuare a resistere.

Alle quattro del mattino cominciano a rincorrersi le voci: i mezzi delle forze dell’ordine sarebbero già in marcia dall’Alta Valle di Susa, da Bardonecchia e da Oulx verso Chiomonte. E a dormire sono in pochi.

di Lorenzo Galeazzi e Cosimo Caridi

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