E’ scaduto il tempo delle giustificazioni: questo Stato, questa organizzazione dello Stato non merita alcuna difesa, men che meno quella improntata ad un concetto nobile e abusato come quello della legalità. Cosa c’è di legalitario in una struttura pubblica come Equitalia che, nonostante il nome ironicamente rimandi all’equità, vessa e vampirizza i cittadini italiani? Cosa c’è di equo in una organizzazione che lungi dal perseguire l’evasione fiscale si limita a perseguire chi si trova in difficoltà economiche?

Tassi di interesse para-usurai a cui si aggiungono sanzioni e more che finiscono con il raddoppiare le somme che questo consesso di burocrati beneficiati dalla politica applica con scrupolosa attenzione a milioni di cittadini. Si utilizzano strumenti (ad esempio il pignoramento presso terzi o l’ipoteca sulla casa ) che creano danni di gran lunga maggiori dell’entità della somma da recuperare. Se, teoricamente, potesse esistere una norma che obbliga a bilanciare  l’infrazione commessa e la sanzione comminata, Equitalia si porrebbe al di fuori da tale norma.

Passi per i funzionari che al pari dei soldati eseguono gli ordini. Ma i vertici? Non sono capaci di andare dai vari ministri e denunciare la distorsione profonda che una tale coattiva opera di recupero dei crediti sta operando in centinaia di migliaia di famiglie e di aziende piccole e medio-piccole?

Il vero volto dello Stato, per chi non lo avesse ancora colto, assume la ferocia dei metodi e della tecnocrazia di questa macchina dell’usura; legale, autorizzata, dalla burocrazia di destra e sinistra molto amata.

Uno stato che non paga sistematicamente i propri fornitori pretende dagli stessi una regolarità certosina, pena la gogna, l’inserimento nei registri dei cattivi pagatori,  lo sfinimento o lo stesso fallimento.

Questo stato va solo abbattuto e con lui i difensori di un simile sistema,  si chiamino Padoa Schioppa (non più abbattibile) o Tremonti,  padri di questo feroce e vessatorio strumento.

Nessuna pietà per i tecnocrati di questa epoca che pongono l’idea di Stato sopra tutto e tutti fino a giustificare e promuovere una palese illegalità di Stato.

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