Sulla fine delle operazioni militari in Libia “ci sono ipotesi realistiche che parlano di 3-4 settimane”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, oggi a Palermo sottolineando che “ipotesi ottimistiche dicono invece pochi giorni”. “Tutti vogliamo che la missione in Libia finisca al più presto possibile” è la gelida risposta della vice portavoce della Nato, Carmen Romero. Che ricorda le parole degli scorsi giorni del segretario generale dell’Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, secondo cui la missione continuerà fino a quando non saranno raggiunti tre obiettivi: la sospensione di tutti gli attacchi contro i ribelli e i civili, il ritorno nelle loro basi di tutte le forze militari e paramilitari fedeli al regime, la garanzia che gli aiuti umanitari possano essere distribuiti in modo libero e sicuro.

Il problema della guerra in Libia comunque “non è la scadenza – ha detto il ministro – ma è come lavorare perché cessino le azioni di protezione militare il più presto possibile. In ogni caso “bisogna intensificare la pressione” sul regime di Gheddafi “per far partire l’iniziativa politica”. “Questo – ha rilevato – è stato l’esito della riunione del Gruppo di contatto che si è tenuta ieri a Roma”. Riunione in cui è stata presa la decisione di usare i beni congelati alle autorità libiche per aiutare gli insorti (leggi la cronaca di ieri).

Le parole di Frattini arrivano dopo l’approvazione della mozione leghista sull’intervento in Libia. Dopo le pressioni del Carroccio per fissare una data certa per la fine dei raid, il Parlamento ha approvato un documento in cui si chiede al governo di impegnarsi, “in accordo con le Organizzazioni internazionali ed i Paesi alleati”, a fissare “un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate”.

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