La seconda foto falsa di Osama morto circolata sul web

Non verranno pubblicate le foto di Osama bin Laden. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama alla Cbs : sono così raccapriccianti che potrebbero “mettere a rischio la sicurezza nazionale” incitando ancora di più gli estremisti alla vendetta. A due giorni (leggi la cronaca di ieri) dall’uccisione dell’ex capo di al Qaeda, Obama ha così preso una decisione definitiva, dopo che in giornata erano trapelate notizie sulla possibile pubblicazione di almeno un’immagine. Scelta che secondo molti avrebbe consentito di chiarire alcuni aspetti del blitz americano.

Secondo fonti di sicurezza pakistane, citate da al-Arabiya, una delle figlie di bin Laden, catturate nell’operazione di domenica, sostiene che Osama sia stato prima catturato vivo e poi ucciso fuori dalla casa dalle forze speciali americane nei primi momenti dell’assalto alla villa-fortezza di Abbottabad. Il capo della Cia, Leon Panetta, smentisce categoricamente la ricostruzione della figlia di bin Laden e ribatte che se l’ex leader di al Qaeda “si fosse arreso” e fosse apparso “non minaccioso”, i Navy Seals “lo avrebbero catturato”. Ma il commando “era autorizzato ad uccidere”.

Il capo della Cia ha poi reso noto che Osama bin Laden, al momento della sua morte, aveva in tasca due numeri di telefono cellulare e 500 euro. Due segnali evidenti del fatto che fosse pronto a scappare dalla casa dove si nascondeva da anni. Il capo di al Qaida non era armato perché era convinto di “avere una rete di protezione sufficientemente forte, in grado di avvertirlo prima di un’eventuale azione americana”, ha detto Panetta. Che ha aggiunto: “Né io, né Obama abbiamo visto l’uccisione di bin Laden in diretta. Quando il commando è entrato nel compound, c’è stato un periodo di 20 o 25 minuti in cui non sapevamo cosa stesse succedendo”.

Nel dibattito che si è aperto dopo la morte di bin Laden sulla exit strategy dall’Afghanistan è intervenuto oggi il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che ha dichiarato: ”Le ragioni per stare in Afghanistan sono molto chiare. E la strategia della Nato non cambia”. Rasmussen ha poi definito il blitz statunitense un’operazione “giustificata”.

Casa Bianca: “C’era un piano per interrogarlo”. Gli Stati Uniti avevano messo a punto un piano per sottoporre Osama bin Laden a un interrogatorio. Lo ha detto Tommy Vietor, il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca. Un gruppo di esperti super addestrati per gli interrogatori più difficili, lo ‘High Value Detainee Interrogation Group’, “era pronto ad entrare in funzione per interrogarlo. Subito dopo, i responsabili per la sicurezza nazionale, si sarebbero riuniti per decidere sul da farsi”.

Il compound. Nessun segno di arma da fuoco o di incendio è visibile dal lato ovest del compound sulla palazzina bianca a tre piani di Abbottabad dove è stato effettuato il blitz dei ‘Navy Seals’ americani e dove è stato ucciso Osama Bin Laden. Lo ha constatato l’inviata dell’Ansa. Mohammed Nias, un abitante della casa di fronte al compound, ha detto: ”Sono certo che è ancora vivo perché Obama non abitava qui”. Secondo il dirimpettaio nella residenza-fortezza abitava gente “normale: c’erano dei bambini che entravano e uscivano da casa e andavano a scuola”, ha raccontato all’inviata dell’Ansa.

Le foto. Gli Usa hanno a disposizione ben “tre set di fotografie” dell’uccisione di bin Laden (leggi tutti i ‘misteri’ dell’operazione Osama). Il primo gruppo di foto è stato scattato durante il raid che ha portato alla morte dello sceicco saudita nel compound di Abbottabad, in Pakistan. Il secondo sarebbe stato fatto nell’hangar dove il corpo del leader terrorista è stato trasferito dopo il blitz. E infine ci sarebbe un terzo e ultimo gruppo di fotografie che raccontano il funerale tenuto in mare sulla portaerei Carl Vinson. Fonti vicine al presidente Obama hanno fatto sapere che non è stata ancora presa una decisione definitiva sull’eventuale pubblicazione delle foto”.

Intanto circola in rete una nuova foto del cadavere di Osama Bin Laden. Si tratta di un’immagine a raggi infrarossi rilanciata sul social network Twitter dagli hacker di Anonymous. Anche questa è falsa, come quella rimbalzata sulla tv pakistana il giorno del blitz e dell’uccisione di Bin Laden. Vari blogger hanno dimostrato che si tratta di un fotomontaggio.

La polemica con il Pakistan. “Inquietante”. Così il ministro degli Esteri pakistano, Salman Bashir, ha replicato al capo della Cia, Leon Panetta, secondo cui gli Usa non hanno avvertito Islamabad del raid nella villa-fortezza di Abbottabad per timore che i pakistani informassero proprio Osama Bin Laden. Intervistato dalla Bbc, Bashir ha ribadito che il suo Paese ha avuto un “ruolo fondamentale” nella lotta contro il terrorismo. Bashir ha aggiunto che l’Isi, i servizi segreti pakistani, avevano identificato come “sospetto” il compound di Abbottabad già due anni fa, ma ha riconosciuto che è stata la Cia a scoprire che appartenesse all’ex leader di al Qaeda. Ha rincarato la dose il ministro del’Informazione di Islamabad, Ashiq Firdous Awan, secondo cui la decisione “unilaterale” degli Stati Uniti di uccidere Osama Bin Laden mette a rischio la futura cooperazione tra Washington e il Pakistan.

Il primo ministro pachistano Yousuf Gilani ha lanciato un appello perché il mondo intero aiuti a combattere il terrorismo, “problema n. 1” del suo Paese, chiedendo agli occidentali di “astenersi dal diffondere messaggi negativi” sul Pakistan. Gilani ha poi aggiunto che il luogo in cui si nascondeva Osama Bin Laden, non lontano da un’accademia militare pachistana, è testimonianza del fallimento dei servizi di intelligence di tutto il mondo, compresi quelli americani, e non solo di quelli del Pakistan.

Unità dei Talebani per vendicare bin Laden. I Talebani in Afghanistan hanno creato delle “unità speciali” per vendicare l’uccisione di Osama bin Laden da parte di commando americani. Lo riferisce Dawran Safi, che guida un gruppo di Talebani nell’Afghanistan orientale, all’emittente satellitare al-Jazeera. “Lo vendicheremo e seguiremo le sue orme – ha detto Safi -. E manterremo lo slancio del jihad contro gli stranieri e le forze di agenti”.

I segreti di Osama nell’archivio informatico. Da due giorni gli esperti dell’antiterrorismo Usa stanno analizzando l’immenso archivio elettronico trovato nel pc di bin Laden. Il “tesoro” è stato già trasferito nei bunker di Langley, sede della Cia in Virginia, dove “un centinaio di esperti” – rivelava ieri il sito americano Politico – sono al lavoro. È lo stesso portavoce di Obama, Jay Carney, a spiegare che il materiale è determinante “per almeno tre ragioni”. Qui, spiega, “speriamo di trovare indizi sui nuovi attacchi pianificati e tracce che ci porteranno a colpire nuovi obiettivi terroristici aiutando a ricostruire la rete di Al Qaeda”. Infine ci sarebbero le prove “dei contatti che Bin Laden potrebbe avere avuto in Pakistan” e soprattutto della sua “rete di sostentamento”. Insomma, informazioni sui beni e sul denaro che hanno permesso la latitanza e il finanziamento degli attentati più sanguinosi.

Informazioni su Osama carpite con la tortura. E’ polemica. La morte di Osama bin Laden ha riacceso il dibattito sulle tecniche di interrogatorio approvate dall’amministrazione Bush per interrogare i sospetti di terrorismo (leggi il blog di Massimo Cavallini). Nelle ore immediatamente successive all’annuncio della morte di Bin Laden, funzionari dell’amministrazione Usa hanno rivelato che a fornire il nome del corriere che ha guidato la Cia alla villa-fortezza erano stati alcuni detenuti a Guantanamo Bay.

Identificata la moglie ferita di Osama. E’ stata identificata la moglie di Osama Bin Laden ferita nel raid ad Abbottabad. Come riporta l’emittente pakistana Geo Tv, Amal Ahmed Abdul Fatah è stata identificata dalle autorità statunitensi grazie a un passaporto yemenita trovato nella villa-fortezza. La giovane, probabilmente la favorita del principe del terrore, ha 29 anni e gli era stata data in moglie come dono da una famiglia tribale quando era solo un’adolescente. Secondo la Abc, Amal, Bin Laden e i loro tre figli (che ora, secondo la tv satellitare al-Arabiya sono stati trasferiti nell’ospedale militare di Rawalpindi, nel nord del Pakistan), vivevano al secondo e terzo piano della principale struttura nel compound. Domenica, quando i Seals della Us Navy hanno fatto irruzione nella villa, Amal Ahmed era in camera da letto con Bin Laden e ha reagito con veemenza. “Si è lanciata addosso a uno degli assalitori americani ed è stata colpita a una gamba, ma non ferita. Una donna al primo piano è stata invece uccisa nel fuoco incrociato”, ha ricostruito il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, nel briefing tenuto martedì sera a Washington. Sempre secondo al-Arabiya, che riporta fonti di sicurezza pakistane, una figlia di Osama Bin Laden sostiene che suo padre fu catturato vivo e poi ucciso dalle forze speciali americane nei primi minuti dell’operazione di Abbottaba.

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