Lavoro e welfare. Reddito minimo e accesso alla casa. Diritto di cittadinanza per tutti. Su questi temi i precari di Milano hanno sfidato il 2 novembre sera i candidati alle primarie del centrosinistra. Organizza San Precario, la rete di chi non ha un’occupazione stabile. Nel sotterraneo della Casa della Cultura i due favoriti siedono agli estremi opposti del tavolo: da una parte Stefano Boeri, dall’altra Giuliano Pisapia. In mezzo Valerio Onida e Michele Sacerdoti.

La prima domanda è secca: che fare per i precari nei primi 300 giorni da sindaco? Inizia Boeri: “Gli 80mila appartamenti vuoti della città vanno messi sul mercato con affitti sociali”. Di case sfitte parla pure Sacerdoti: “Aumentare l’Ici su queste abitazioni – dice – consentirebbe di trovare le risorse per istituire un welfare municipale. Si potrebbe così garantire l’indennità di disoccupazione a chi perde il lavoro”. Per Pisapia, invece, fondi per i precari andrebbero recuperati “attraverso la valorizzazione dei lavoratori del Comune e l’eliminazione delle consulenze d’oro”. Onida, in ritardo, salta la risposta, ma a fine serata spiega: “La prima cosa che un’amministrazione deve fare è regolarizzare chi lavora al suo interno”.

Boeri sbuffa quando Pisapia si dilunga troppo nei suoi interventi. Per il resto i candidati non si concedono nessuna scaramuccia: più che a mettersi in difficoltà l’uno con l’altro, sono attenti a non farsi trovare impreparati sulle richieste che una in fila all’altra arrivano dal pubblico. Trecento persone, precarie e non. Viene proposta l’istituzione di una cassa sociale per un reddito incondizionato con cui tutti i residenti possano vivere sopra la soglia di povertà. Tutti d’accordo i candidati. Per Pisapia si potrebbe “garantire un salario minimo nei periodi in cui il lavoro è a intermittenza”. Trovare le risorse con cui “supportare questo nuovo sistema di diritti” è l’obiettivo di Sacerdoti. Favorevoli al reddito minimo anche Boeri e Onida.

Dietro i candidati c’è l’immagine di San Precario, che a mani giunte veglia su di loro. Forse è anche merito suo se i quattro se la cavano. Per Onida va sconfitto il lavoro nero che colpisce soprattutto gli immigrati, sia regolari che non regolari. Detrazioni fiscali per le lavoratrici con figli a carico è una delle proposte di Boeri. Secondo Pisapia il rilancio di teatri e biblioteche porterebbe nuovi posti di lavoro. Sacerdoti vuole utilizzare aree ferroviarie e caserme per lo sviluppo dell’housing sociale.

Sulle battute finali, arriva la sorpresa. Se nove anni fa Silvio Berlusconi firmò il contratto con gli italiani, testimone Bruno Vespa, ora ai candidati viene chiesta una firma sul “contratto con i precari e le precarie”: in tutto otto punti, tra cui una moratoria degli sfratti per morosità, tariffe agevolate per i mezzi di trasporto, wifi gratuito e stabilizzazione dei lavoratori atipici di Comune e aziende controllate. Ci sta Sacerdoti. Boeri prima fa qualche correzione con la biro nera, poi firma. Preferiscono invece portarsi il foglio a casa Onida e Pisapia. Meglio pensarci qualche giorno in più, per loro.

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