Ho appena trascorso qualche giorno in Germania ad assaggiare il vino bianco più fine e longevo del mondo, ma anche il più vario, il più costoso e al contempo il più economico, e ancora il più dolce e meno sdolcinato: il Riesling. Con tale termine s’intende il Riesling Renano o Rheinriesling, da non confondere col Riesling Italico o Welschriesling, che è un’altra varietà meno pregevole.

A Wiesbaden, una delle antiche città termali d’Europa, si sono potuti assaggiare i migliori Riesling secchi di Germania (fra un mese assaggerò i dolci). Vini contraddistinti in etichetta dalla scritta Grosses Gewächs o GG (Erste Gewäches o EG per quelli della regione Rheingau), sulla scorta della più storica locuzione francese Grand Cru. La scritta Grosses Gewächs denota la provenienza dei vini dai migliori vigneti, in cui è possibile coltivare soltanto le varietà più rappresentative e storiche, rispettando i criteri di allevamento e vinificazione (oltre che i prezzi) imposti dal VDP: associazione unica in Europa, che riunisce i 200 migliori produttori vinicoli di Germania.

Dunque ho assaggiato i Riesling GG, che andranno in commercio a settembre, provenienti dall’annata 2009. Annata più regolare della 2008 e con uve più sane, in cui è stato necessario aspettare il mese di ottobre (o perfino novembre) per avere la giusta maturazione di questo vitigno, che è fra i primi a fiorire e fra gli ultimi ad essere vendemmiati. I vini dell’annata 2009 sono più corposi e fragranti dei 2008, meno spigolosi e pungenti, anche se talora meno precisi. Quelli prodotti nelle regioni Franken e Mittelrhein non convincono affatto. Segnalo quindi i migliori Riesling secchi GG 2009 delle altre regioni:

Rheingau

Berg Schlossberg – August Kesseler (molto buono)

Schloss Johannisberger – Domäne Schloss Johannisberg

Marcobrunn – Hessische Staatsweingüter Kloster Eberbach (una sorpresa)

Marcobrunn – Schloss Schönborn (una conferma);

Lenchen “Rosengarten” – Josef Spreitzer

Hölle-Sommerheil – Künstler

Berg Roseneck – Friedrich Fendel (migliora anno dopo anno)

Rheinessen

Alte Reben – Wittmann (grande vino, in asta a fine settembre)

Morstein – Wittmann

Pettenthal – St. Antony

Pettenthal – Kühling-Gillot

Nahe

Hermannshöhle – Dönnhoff (delizioso, spicca fra i migliori)

Dellchen – Dönnhoff

Kapellenberg – Kruger-Rumpf

Kupfergrube – Gut Hermannsberg

Felseneck – Schäfer-Fröhlich

Pfalz

Idig – A. Christmann (una delle migliori annate di questo vino, assieme alla 1990 e alla 2004)

Kastanienbusch – Ökonomierat Rebholz

Pechstein – Acham-Magin

Hohenmorgen ­- Dr. Bürklin-Wolf

Mosella

Karthäuserhof – Karthäuserhofberg,

Josephshöfer – Reichsgraf von Kesselstatt

Marienburg “Rothenpfad” – Clemens Busch

e, con più residuo zuccherino dei GG, ma comunque dal gusto asciutto (in etichetta Erste LAge)

Röttgen – Heymann-Löwenstein

Kirchberg – Heymann-Löwenstein

Braunfels “Volz” – van Volxem

Goldberg – van Volxem

Oggi il Riesling è tornato di moda, dopo che fra il XIX e XX secolo costava il triplo dei più celebri Bordeaux. Quindi i migliori vini tedeschi sono importati anche in Italia. Pertanto ci si augura che i produttori italiani di vino bianco sappiano ispirarsi a tale modello, vinificando le uve autoctone a bacca bianca con la perizia dei colleghi tedeschi. Difatti quei vini nostrani che per anni sono stati ritenuti al vertice della qualità di vinificazione in bianco, paiono ancora poco comparabili ai grandi vini del Nord Europa.

Articolo Precedente

Aspettando i nuovi Brunello, ecco i produttori under 40 per scalzare la vecchia guardia

next
Articolo Successivo

La cultura della dispensa – (parte undicesima)

next