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E’ accusato della strage di Castelvolturno
Ma il boss Setola fa appello ai diritti dell’uomo

Il camorrista ha presentato un ricorso alla Corte di Strasburgo. "Ingiusto l'ergastolo" per un omicidio commesso nel 1995
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Sulle sue spalle pesano accuse per 18 omicidi. Sul suo curriculum di camorrista spicca quella per la strage di Castelvorturno in cui sei extracomunitari vennero crivellati da oltre 120 colpi di Kalshnikov. E lui, Giuseppe Setola, inserito nella lista dei trenta ricercati più pericolosi d’Italia, adesso ha deciso di fare ricorso alla Corte d’appello per i diritti dell’uomo e dei cittadini.

Il capo dell’ala stragista del clan Bidognetti – riferisce oggi il Mattino di Napoli – ha presentato un ricorso ai giudici di Strasburgo, in merito a una condanna all’ergastolo in secondo grado inflittagli dalla Corte d’assise d’Appello di Napoli. Strasburgo, per questo, ha aperto un fascicolo.

Il boss dei casalesi, chiamato ‘a puttana’, sostiene di essere vittima di un’ingiustizia e di pagare per dei pregiudizi nei suoi confronti. Su un caso in particolare: l’omicidio di un incensurato, Genovese Pagliuca, ucciso nel 1995. Sei pentiti hanno sostenuto che Setola non era presente al momento del delitto; per i giudici napoletani invece – forti anche di un verdetto della Cassazione – sarebbe bastata l’adesione morale di Setola per meritare l’ergastolo.

Da qui la decisione di presentare un ricorso ai giudici di Strasburgo che hanno aperto un fascicolo per accertare se nei confronti del boss siano state commesse irregolarità in sede di giudizio.

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