Cara Ministra Prestigiacomo,

la cronaca politica degli ultimi giorni mi fa pensare che a lei non rimanga molto tempo per esercitare la sua professione a tempo determinato come reggente di un ministero, quello dell’Ambiente, che in Italia è un pò la cenerentola dei dicasteri mentre in gran parte dei Paesi europei (e non solo) viene, a ragione, considerato strategico e adeguatamente supportato da una complessiva strategia di governo.

Ciò nonostante, va detto per inciso, non è che chi l’ha preceduta nei decenni abbia lasciato un segno indelebile di concretezza e virtuosismo, a parte rare parentesi e finestre quasi subito richiuse, spesso a forza da una politica stolta e da un modello di sviluppo che ci ha sempre spinti in direzione opposta e contraria alla tutela del territorio, al rispetto dei beni comuni, alla parsimonia nella gestione delle risorse del Paese.

Nella legislatura vigente l’abbiamo vista e sentita poco, perché forse alcune sue posizioni e sensibilità non erano del tutto in linea con la linea del comandante in capo… In ogni caso, ad oggi e fino a prova contraria, Lei resta la titolare del ministero e ha nelle sue corde la possibilità di incidere e dare un segnale di cui questo Paese avrebbe un gran bisogno.

Basterebbe una legge, pochi articoli semplici e chiari per raggiungere, in un colpo solo, molteplici risultati:

riduzione dell’impatto ambientale e conseguente abbattimento dell’inquinamento

risparmio economico per lo Stato

creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro

– miglioramento della qualità della vita degli italiani.

Fantascienza? Semplice provocazione? Provi a seguirmi nel ragionamento.

Oggi in Italia sono circa 1.500 i comuni che praticano attivamente il sistema di raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti, con l’eliminazione dei cassonetti stradali e la consegna dei bidoncini alle famiglie del territorio. Sono comuni di montagna e di pianura, comuni piccolissimi e città, amministrati da giunte di sinistra e di destra, comuni del Nord come del Centro e del Sud. Insomma, un campione abbastanza eterogeneo e quindi attendibile.

Ovunque le percentuali di raccolta differenziata hanno superato, spesso di gran lunga, le percentuali minime richieste dalla normativa nazionale, con vere punte di eccellenza (su tutti veda il racconto dell’esperienza di Ponte nelle Alpi – BL, premiato quest’anno come vincitore assoluto dei Comuni Ricicloni per aver sfiorato quota 90%).

Le bollette per i cittadini in questi comuni diminuiscono, o perlomeno restano inalterate, e i costi per le pubbliche amministrazioni hanno drastici ridimensionamenti, perché diminuendo la produzione complessiva di rifiuti diminuiscono le spese per i sindaci virtuosi.

Si creano posti di lavoro, perché si smette di sotterrare banconote nelle discariche o di bruciarle in un camino, e le si utilizza per assumere personale che lavora alla raccolta di quanto i cittadini differenziano. E’ anche un ottimo modo per entrare nelle case a contatto con le famiglie, facendo una sana partecipazione.

All’appello mancano circa 6.600 comuni… Si calcola che se si avviasse domani mattina un programma nazionale per estendere ovunque il porta a porta si potrebbero creare, nel giro di pochi mesi, circa 250.000 posti di lavoro (senza contare tutto l’indotto), spendendo infinitamente meno dei soldi pubblici che buttiamo per costruire inceneritori che, nella migliore delle ipotesi, sono brutti da vedere (e molto probabilmente da “respirare”).

Se io fossi in lei presenterei subito al prossimo Consiglio dei Ministri una proposta in tal senso, che preveda l’adozione entro il 1 gennaio 2011, da parte di tutti i comuni italiani, del sistema porta a porta per la raccolta dei rifiuti, con forme incentivanti e penalizzazioni per i comuni più o meno virtuosi.

Una cosa del genere creerebbe una reazione a catena formidabile: l’imprenditoria locale sarebbe incentivata ad investire in un’impiantistica locale finalizzata al recupero e riutilizzo del materiale post-consumo proveniente dalle raccolta domiciliare; i cittadini farebbero a gara (con la conseguente introduzione della tariffazione puntuale, per cui si paga solo per ciò che non si riesce a differenziare) per produrre sempre meno rifiuti alla fonte; le imprese si vedrebbero finalmente costrette a concepire, progettare e produrre beni e merci senza imballaggi, sfuse, alla spina.

L’Associazione dei Comuni virtuosi, e i tanti comuni che praticano da anni il porta a porta, sono a Sua disposizione per condividere l’esperienza fatta, e trasformarla finalmente in un’azione collettiva di buonsenso. Lei passerebbe senz’altro alla storia, e la storia di questo Paese gliene sarebbe infinitamente grata.

Certo di un Suo cortese riscontro, porgo cordiali saluti.

Marco Boschini, assessore all’ambiente di Colorno (PR)

Coordinatore Associazione Comuni Virtuosi

Articolo Precedente

Le mani della mafia sull’energia verde

next
Articolo Successivo

A Framura per i nostri mari e la nostra salute

next