Nei cassetti dell’uomo di fiducia di B. centinaia di foto pronte da esibire quando serve. Blindate quelle di Alfano

di Peter Gomez e Antonella Mascali

La frase chiave per capire il sistema Signorini, non l’ha pronunciata lui, ma l’uomo che il direttore di Chi, nelle sue interviste, chiama spesso “il Capo”: Silvio Berlusconi. Era il 25 giugno del 2009. Sui quotidiani teneva banco lo scandalo delle ragazze a pagamento e delle minorenni (Noemi Letizia) abituali frequentatrici di Palazzo Grazioli. Il Cavaliere cercava di ostentare sicurezza, mentre Il Giornale ancora diretto da Mario Giordano, lo difendeva all’insegna del così fan tutti.

Uno dopo l’altro venivano sparati titoli di prima pagina su una vecchia inchiesta su un giro di squillo in cui erano rimasti coinvolti, come “utilizzatori finali”, alcuni collaboratori di Massimo D’Alema. Era stato allora che Berlusconi, prendendo le distanze dal quotidiano di famiglia, aveva sentenziato: “È stata alimentata una spirale perversa. Io da editore ho stracciato molti servizi e molte fotografie”. Come dire: quello che è finito nel cestino si può sempre recuperare. Bene, Alfonso Signorini, di questa considerazione, sembra aver fatto un credo di vita. Anzi una linea editoriale.

Lo raccontano le ore e ore d’intercettazioni della nuova inchiesta milanese su scatti e ricatti, disposte dal pubblico ministero Frank Di Maio sui telefoni di alcuni paparazzi e agenzie fotografiche. E lo hanno detto a Il Fatto Quotidiano più fonti tutte concordi tra loro. Signorini, l’uomo scelto da Berlusconi come spin doctor e intervistatore di fiducia durante i mesi difficili del caso della escort barese Patrizia D’Addario, di fatto è un collezionista. Non di ossa ovviamente, ma di quella che in gergo nei giornali viene chiamata spazzatura: foto e filmati solitamente considerati impubblicabili, ma che, se gestiti con sapienza. si possono trasformare in una miniera d’oro.

L’ultimo e più clamoroso caso è quello di Lapo Elkann che, grazie alla mediazione di Signorini, ritira dal mercato per 300.000 euro un servizio in cui è ritratto con un trans. E che proprio questa settimana finisce sulla copertina di Chi abbracciato alla fidanzata. Cinque pagine di scatti che sembrano effettuati di nascosto, ma che in realtà sono concordati. Funziona così: ci sono in giro delle tue brutte foto. Io non le pubblico, ma tu mi comunichi il tuo calendario degli appuntamenti. Il paparazzo ti segue, ti fotografa e tu dai al pubblico l’immagine di te che preferisci. È un favore o un ricatto?

Questo è uno dei punti centrali dell’indagine di Di Maio, che però rischia di finire per doversi occupare di aspetti molto più “politici” della vicenda. Per esempio la questione Angelino Alfano. Signorini, oramai soprannominato in redazione e negli ambienti di governo “il ministro ombra”, acquista alcune immagini in cui il Guardasigilli è ritratto in pantaloncini e canottiera mentre si sta facendo fare la manicure. Non è niente di sconveniente. Ma le foto non sono bellissime. Alfano sembra una specie di padrino. Così il direttore di Chi compra e mette tutto in un cassetto. Non c’è niente di male, anche se i parlamentari della minoranza non hanno a disposizione un giornale che gli faccia sistematicamente un lavoro del genere.

Una delle poche eccezioni che si ricordi è quella che riguarda Silvio Sircana, l’ex portavoce di Romano Prodi, immortalato nel 2007, mentre parlava pure lui con un transessuale. Chi ritira tutto per 100.000 euro, senza pubblicare, è un settimanale Rizzoli. Ma poi la cosa salta fuori durante la prima inchiesta di Potenza su Vallettopoli. Il collezionista Signorini, che aveva avuto in visione il servizio (rifiutato) e ne aveva fatto delle fotocopie a colori, in redazione appare al settimo cielo. Poco dopo la foto di Sircana col trans compare in prima pagina de Il Giornale.

Chi l’ha data al quotidiano di via Negri ? L’allora direttore Maurizio Belpietro assicura di averla trovata nei fascicoli processuali. Sarà. Anche se appare certo che Berlusconi dell’esistenza di quel’immagine politicamente imbarazzante sia subito stato informato. Lo dimostra ciò che è accaduto lo scorso ottobre quando sulla scrivania del collezionista arriva l’ormai celebre video di Piero Marrazzo con tanto di viados e cocaina. Signorini, lo racconta lui stesso, avverte immediatamente Marina Berlusconi e poi, dopo averlo rifiutato, ma trattenuto in visione, si preoccupa di proporre il filmato a Libero.

Intanto le immagini arrivano pure a Palazzo Grazioli dove il premier le guarda, prima di avvertire l’ex presidente della regione Lazio della possibilità di ritirarle contattando l’agenzia Photomasi. E il capitolo delle agenzie fotografiche, è proprio quello che appare ora, uno dei più spinosi dell’inchiesta. I soldi in ballo sono tanti. Molte voci e qualche testimonianza parlano di giri di denaro tra le agenzie e i giornalisti che scelgono di acquistare da loro le foto.

A Chi la scorsa estate è stata licenziata la celebre photoeditor Paola Bergna che aveva avuto da ridire su una serie di fatture per servizi da lei considerati troppo costosi. È un fatto poi che, negli ultimi mesi, col settimanale stia lavorando a pieno ritmo Spyone, un’agenzia formata da ex di Fabrizio Corona e amministrata da Alan Fioredelmondo, ex maestro di tennis e ottimo amico di Signorini. Uno dei fotografi di Spyone, così come Max Scarfone – autore delle foto di Sircana, di Alfano e mediatore del filmato di Marrazzo – è oggi indagato per estorsione.

E anche se l’agenzia smentisce , fortissimi appaiono pure i legami con Gabriele Parpiglia, il più roccioso tra tutti i cronisti di Signorini, protagonista di alcune operazioni speciali. È stato per esempio Parpiglia, ex ufficio stampa di Corona, a farsi fotografare mentre dava del denaro a un ex fidanzato di Noemi Letizia (era un modo per dimostrare che tutte le rivelazioni del ragazzo sull’inizio del rapporto tra la minorenne e il premier non valevano niente).

Ed è sempre stato lui a mettersi in Calabria sulle tracce del giudice Raimondo Mesiano, dopo che il magistrato aveva condannato la Fininvest a risarcire la Cir di Carlo De Benedetti con 750 milioni di euro. Operazioni speciali, appunto. Perché quelle normali, Parpiglia le racconta persino dagli schermi di Domenica 5. L’ultimo caso è in ottobre. Prima Chi pubblica le foto dell’attore Alessandro Preziosi, compagno di Vittoria Puccini, sorpreso con la giovane aspirante attrice Giorgia Pagliacci. Poi, incredibilmente, riesce persino ad ottenere da Preziosi un’intervista. Guardando Parpiglia in tv è facile capire il segreto dello scoop.

Il giornalista racconta che della coppia Preziosi-Pagliacci esistono immagini, mai messe in pagina, molto più esplicite. Perché, come dimostra il caso Signorini, con una foto si possono fare tante cose. Pubblicare, non pubblicare, non comprare, ma farne delle copie, comprare e pubblicare solo in parte, comprare e tenere nei cassetti. E soprattutto si può fare carriera. Nei giornali, come in Parlamento.

Da il Fatto Quotidiano del 24 gennaio

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