Preparatevi all’8 luglio. Una buffa combinazione ha voluto che lo stesso giorno, a Roma, ci siano due appuntamenti pubblici di rara diversità: l’assemblea annuale dell’Abi e la nostra Notte bianca contro la legge bavaglio.

Il giorno dopo, sui giornali, leggerete poco dell’uno e molto dell’altro. L’altro è ovviamente il gran raduno nazionale dei nostri amati banchieri. Non serve essere degli indovini alla Dalemix per immaginare che l’Abi ci ripeterà la solita predica: noi siamo vicini alle aziende, siamo i migliori dell’Occidente, lo Stato ci maltratta con le tasse e con i prefetti, eccetera eccetera eccetera.

Però se uno si va a leggere l’intervista che il solitamente rude Luigi Zadra ha rilasciato oggi al Corriere Economia, vi trova perfino una mezza notizia. Il direttore generale uscente dell’Abi, rispondendo a una domanda di Stefania Tamburello sui rapporti tesi con l’Antitrust, dice soave: “Il problema riguardava soprattutto la comunicazione, molto aggressiva, utilizzata dall’Antitrust quando ha cominciato ad occuparsi anche di banche. Il rapporto, ora, si è riequilibrato tanto che il presidente Antonio Catricalà ha anche riconosciuto che il sistema fa tutto il possibile per usare tecniche competitive”.

Ve la consegno così, senza altro commento, in attesa di leggere che ne pensate. Ma con la promessa che il Fatto Quotidiano farà del suo meglio per “riequilibrare” anche su questi temi.

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