Televisione

Amici 2017, Elisa risponde a Morgan: “Non sono schiava di un sistema televisivo. E sono felice di far parte della cultura di massa”

“Ho visto un video in cui dici che ti venivano segretamente date dai ragazzi delle liste di brani da cantare... In tre anni ad Amici non ho mai dovuto discutere di nulla in segreto con i ragazzi che ho seguito", ha scritto la cantante su Facebook

di Domenico Naso

Lo psicodramma che si sta consumando tra le sacre stanze della scuola di Amici sembra non dover finire. Dopo la dichiarazione di Maria De Filippi che di fatto licenziava Morgan e la risposta (prima su Facebook, poi in video) del leader dei Bluvertigo, ecco che arriva anche l’opinione di Elisa, altro coach del programma.

“Mi dispiace molto leggere le tue parole – scrive la cantante friulana -. Mi rendo conto che mi ritieni, insieme ad altri, imprigionata e schiava di un sistema televisivo. Non è così. Ad Amici ho e ho la libertà in cui credo e di cui ho bisogno, senza la quale non sarei venuta a ricoprire questo ruolo”.

Elisa si riferisce alle accuse di Morgan, secondo cui ad Amici tutto sarebbe pilotato, con i brani assegnati ai ragazzi frutto di pizzini e richieste sottobanco: “Ho visto un video in cui dici che ti venivano segretamente date dai ragazzi delle liste di brani da cantare… In tre anni ad Amici non ho mai dovuto discutere di nulla in segreto con i ragazzi che ho seguito. Anche a me è capitato di scegliere brani di Luigi Tenco e dei Pink Floyd e dei Beatles e di colonne portanti della musica italiana e internazionale, e non ho mai dovuto spiegare la musica. La musica, quando aderiva alla personalità del ragazzo o della ragazza che doveva cantarla, non aveva bisogno di spiegazioni”.

La differenza di approccio tra i due coach è evidente anche quando si parla di competizione: “Ho anche sentito che dicevi di essere in vantaggio, avendo ancora quattro persone nella tua squadra. Anche i blu sono esattamente quattro, quindi le squadre sono pari. Credo che non siamo noi coach ad essere in vantaggio o svantaggio o pari, ma che lo siano loro. Questa non è la nostra partita o la nostra gara, è la loro. E non è nemmeno una gara, è proprio la loro vita. Quei minuti su quel palco in cui possono dire chi sono fanno parte della loro vita. Noi come coach possiamo prepararli e accompagnarli e sostenerli, ma non fargli fare ciò in cui loro non credono. I ragazzi non sono contenitori da riempire, non sono lì per veicolare il mio o il tuo messaggio, ma devono trovare il loro di messaggio. Alcuni sanno cosa vogliono dire e altri lo stanno cercando. Tutto questo non è ancora cultura ma qualcosa di questo potrebbe diventarlo, il passato che tu ami è stato un tempo il presente. Amici dà la possibilità di realizzare un sogno e osserva la realtà di persone che stanno provando a costruire il loro futuro nel mondo dello spettacolo”.

La conclusione del lungo post di Elisa è invece una sorta di rivendicazione dell’anima pop e della cultura di massa musicale e televisiva: “Il sottile e delicato equilibrio tra la ricerca e il motivo orecchiabile, tra la scena e la danza imprevedibile e quella rassicurante, sono ingredienti fondamentali della cultura popolare. Tutt’altro che facili da realizzare, devono solo sembrare semplici, ma non lo sono. La semplicità e l’immediatezza di qualcosa che arriva a tutti è un punto d’arrivo. Credo che tutti i grandi artisti che spesso citi, indipendentemente dall’epoca a cui appartengano, questo lo sappiano molto bene. Per questo io, onestamente, sono fiera di far parte della cultura di massa, del popolo. Di far parte del mondo del pop. Sono grata di tutte le ispirazioni e le intuizioni, dei sentimenti e delle idee che ho avuto che sono state abbastanza da far parte della vita degli altri, e non più solo della mia”.

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