Ospitiamo il contributo di un caro amico, Paolo Tartaglione, referente “Infanzia, Adolescenza e Famiglie” del Cnca Lombardia e responsabile area “Reinserimento e autonomia” della Cooperativa Sociale Arimo. Paolo conosce a fondo la questione che riguarda la riforma del Tribunale per i minorenni nel nostro paese e i rischi per la nostra giustizia minorile se la riforma della giustizia “Orlando”, che ha appena concluso il suo iter alla Camera e sta passando al Senato, dovesse essere approvata così com’è.

di Paolo Tartaglione

Quella che segue è la prima parte di due. L’altra, che uscirà a distanza ravvicinata, spiega perché c’è assolutamente bisogno di un giudice per i bambini e gli adolescenti, figura che, con l’abolizione dei Tribunali per i minorenni, potrebbe non esistere più. 

A fine gennaio, la Commissione giustizia della Camera ha votato a sorpresa un emendamento proposto dalla Deputata Pd, Donatella Ferranti, che sopprime in Italia i Tribunali per i minorenni. Tutti gli operatori che lavorano a contatto con la giustizia minorile, dai giudici agli avvocati minorili, sono rimasti sconcertati, e hanno preso posizioni durissime contro questa scelta. Ma come? La nostra legislazione minorile è una eccellenza assoluta, ammirata e invidiata in tutto il mondo, tanto che l’Europa ha appena deciso di imporre agli Stati membri di adeguarsi alla nostra giustizia minorile!

Che il nostro legislatore non abbia in mente in che direzione muoversi per riformare la giustizia minorile si era già capito dal fatto che ha cambiato diametralmente idea già più volte in pochi mesi, e che ha deciso di “nascondere” l’intervento sui Tribunali per i minorenni all’interno di un disegno di legge che tratta tutt’altro, e che al Senato ha il nome “Ddl 2284 delega al Governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile”. L’ultima aggressione ai Tribunali per i minorenni risale al 2003; allora, la proposta di abolirli veniva da un’altra parte politica: fu il ministro della Giustizia Castelli, Lega Nord, a cercare di eliminarli. In quell’occasione l’Ulivo si scagliò con forza contro la riforma, sollevando addirittura pregiudiziali di costituzionalità. Oggi, che a proporre la stessa cosa è il Pd, quella stessa parte politica ha votato il tragico emendamento senza obiezioni.

Chiunque conosca la giustizia minorile sa che questa riforma, se non verrà fermata, avrà effetti devastanti sulla vita di bambini e adolescenti in difficoltà: la specializzazione dei magistrati chiamati a decidere su questioni di estrema delicatezza verrà meno; il Ddl parla di istituzione di sezioni specializzate all’interno dei Tribunali Ordinari… così come prometteva la legge 219 del 2012, quella che, nell’equiparare lo status di figlio legittimo, naturale e adottivo, assegnava ai tribunali ordinari la competenza su tutte le separazioni con figli minorenniCome andò a finire? Che nella maggior parte del territorio nazionale non è stato possibile istituire alcuna sezione specializzata, con il risultato che a intervenire su queste delicatissime situazioni sono magistrati che spesso non hanno la necessaria specializzazione.

Lo stesso avverrà, su larga scala, con tutte le questioni che riguardano i minorenni: un caso di maltrattamenti in famiglia? Speriamo che il giudice se ne intenda. Un quindicenne commette un reato? Bisogna decidere se mandare in affido o in comunità un bambino? Se dichiarare adottabile un bambino? Se limitare o far decadere una responsabilità genitoriale? Speriamo che. Ma è proprio vero che i Tribunali per i minorenni funzionano così bene? Naturalmente anche noi, che pure abbiamo parlato in tante occasioni con entusiasmo della nostra legislazione e della sua applicazione, sappiamo che ci sono aspetti da migliorare: sulla omogeneità di giudizio nelle varie regioni, sulla distribuzione territoriale dei Tm, sui tempi di risposta e sui carichi di lavoro di alcuni Tm, talvolta sulla cura delle comunicazioni con i genitori e i loro avvocati. E saremmo molto felici se il legislatore volesse migliorare il funzionamento dei Tribunali per i minorenni. Già, ma qual è l’obiettivo della riforma?

[continua]

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